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L’intelligenza artificiale si sta letteralmente evolvendo da sola

L’intelligenza artificiale (IA) si sta evolvendo sempre più. I ricercatori hanno creato un software che prende in prestito concetti dell’evoluzione darwiniana, inclusa la “sopravvivenza del più adatto”, per costruire programmi di intelligenza artificiale che migliorano generazione dopo generazione senza input umano. Il programma ha replicato decenni di ricerche sull’IA in pochi giorni e i suoi progettisti ritengono che un giorno potrebbe scoprire nuovi approcci all’IA.

 

 

Lo sviluppo dell’intelligenza artificiale

Costruire un algoritmo AI richiede tempo ma, negli ultimi anni, gli scienziati hanno accelerato il processo automatizzando alcuni passaggi. Ma questi programmi si basano ancora sulla cucitura di circuiti preconfezionati progettati dagli umani. Ciò significa che l’output è ancora limitato dall’immaginazione degli ingegneri e dai loro pregiudizi esistenti.

Quindi Quoc Le, uno scienziato informatico di Google, e colleghi hanno sviluppato un programma chiamato AutoML-Zero che potrebbe sviluppare programmi di intelligenza artificiale con zero input umani in modo efficace, usando solo concetti matematici di base che uno studente delle scuole superiori potrebbe conoscere. “Il nostro obiettivo finale è quello di sviluppare effettivamente nuovi concetti di apprendimento automatico che nemmeno i ricercatori potrebbero trovare”, afferma.

Il programma scopre gli algoritmi usando una approssimazione libera dell’evoluzione. Inizia creando una popolazione di 100 algoritmi candidati combinando in modo casuale operazioni matematiche. Quindi li verifica su un compito semplice, come un problema di riconoscimento delle immagini in cui deve decidere se un’immagine mostra un gatto o un camion.

In ogni ciclo, il programma confronta le prestazioni degli algoritmi con algoritmi progettati a mano. Le copie dei migliori artisti vengono “mutate” sostituendo, modificando o eliminando in modo casuale parte del suo codice per creare lievi variazioni dei migliori algoritmi. Questi “bambini” vengono aggiunti alla popolazione, mentre i programmi più vecchi vengono abbattuti. Il ciclo, infine, si ripete.

 

Francesco Borea

Studente universitario Appassionato di tecnologia

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