Nella sua straordinaria complessità la Natura ospita creature talvolta davvero bizzarre e particolari. Animali e piante dalle caratteristiche o dalle abitudini insolite e peculiari, a volte anche in ambito di dieta. Tra questi vi è uno strano mollusco, recentemente scoperto che sembra mangi pietre.
Questo mollusco d’acqua dolce, a cui è stato dato il nome di Lithoredo abatanica, è in grado di mangiare le pietre del fondale ed espellerle come sabbia, attraverso un particolare processo digestivo ancora del tutto ignoto. Il L. abatanica è stato incluso nell’elenco delle specie proprio la scorsa settimana, a seguito del relativo articolo sulla rivista specifica Proceedings of the Royal Society.
Il ritrovamento del Lithoredo abatanica è avvenuto nei fondali di un fiume delle Filippine. Si tratta di un mollusco molto simile alle Terediniae, dei molluschi imparentati con le vongole il cui corpo ha sembianze vermiformi ed è dotato di una piccola conchiglia che fornisce protezione solo ad una parte del corpo. Sebbene il Lithoredo sia molto simile a questi molluschi, è sufficientemente diverso da costituire non solo una nuova specie, ma anche un nuovo genere.
Fino ad ora le Teredinae erano conosciute per la loro capacità di mangiare e digerire il legno, grazie alla presenza di batteri simbionti nel loro corpo. Utilizzano infatti i loro gusci duri, situati ad un estremità del corpo per masticare, scavare e consumare gli scafi e le chiglie di navi, banchine e qualsiasi altro legno sommerso. Questa particolare caratteristica di questi molluschi affini al Lithoredo, li ha resi noti con il termine inglese shipworm, ovvero vermi delle navi, ed in passato erano considerati un vero e proprio pericolo dai marinai.
La scoperta di questi particolari molluschi, che invece del legno sembrano prediligere la pietra, è avvenuta casualmente proprio nell’ambito di una ricerca su nuovi tipi di shipworm. I ricercatori sono infatti da tempo interessati a questo tipo di molluschi, proprio per i batteri simbionti che vivono nelle loro branchie e digeriscono il legno. Questi batteri infatti producono una serie di particolari enzimi e altre sostanze che potrebbero rivelarsi un prezioso aiuto per la ricerca di nuovi antibiotici.
Proprio per questo tipo di ricerca, Reuben Shipway e Daniel Distel della Northeastern University, che fanno parte di un team internazionale per la ricerca sulla biodiversità dei simbionti dei molluschi, sono andati alla ricerca di queste creature. Dopo essere venuti a conoscenza dell’esistenza di uno strano mollusco nel fiume Abatan, sull’isola di Bohol nelle Filippine, hanno deciso di controllarne il fondale, su suggerimento di un abitante dell’isola.
Così proprio sul fondo del fiume, hanno osservato degli strani buchi in alcuni blocchi di arenaria, da cui fuoriuscivano i sifoni con cui i molluschi come le Terediniae espellono i loro scarti.
I ricercatori hanno quindi deciso di estrarre gli animali dalle loro tane di pietre ed hanno eseguito diversi test ed osservazioni in acquario. Dai test di dissezione su alcuni di questi molluschi è emerso che l’organo tipico degli shipworm, utilizzato per digerire il legno, era assente e che le loro viscere contenevano invece della pietra.
Le analisi chimiche sui frammenti di pietra trovati all’interno del corpo bianco e traslucido dei molluschi, ha rivelato che si tratta della stessa pietra in cui gli animali erano stati trovati. Le osservazioni in acquario hanno invece evidenziato che il Lithoredo, espelle dal suo sifone, quella stessa pietra sotto forma di sabbia fine.
Rimane ora da chiarire se questi strani molluschi utilizzino la pietra per digerire e sminuzzare il plancton nel loro “stomaco” o se siano realmente in grado di estrarne dei nutrienti. Ciò che comunque appare chiaro è che, data la maggiore grandezza delle branchie rispetto ai Terediniae, gli organismi che vi abitano abbiano una grande importanza.
Per ora l’equipe di ricercatori, si sta concentrando sul sequenziamento del DNA dei batteri simbionti del L. abatanica. In questo modo sperano quindi di carpire i segreti del suo metabolismo. Fino ad ora l’unica cosa certa è che si tratta di batteri simbionti molto diversi da quelli degli altri shipworm.
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