Sebbene si parla di Covid-19 da più di due anni ormai, sembra un’eternità, ma ovviamente in termini scientifici è ancora molto poco. Di scoperte su questa malattia se ne fanno continuamente, soprattutto sulla variante Long Covid. Quest’ultima riguarda i sintomi che continuano a presentarsi settimane, e in alcuni casi anche mesi, dopo la scomparsa dell’infezione rilevabile del SARS-CoV-2. Un recente studio ha dato una nuova chiave di lettura al perché di questo scenario.
Il Long Covid, in parole povere, non è altro che una reazione del sistema immunitario alla presenza, seppur impercettibile, del virus in questione. Il superantigene che è la proteina spike del virus causa nel nostro organismo una reazione eccessiva da parte delle difese che finiscono per attaccare tutti i tessuti e organi causando i sintomi che ormai in molti conosco e hanno sperimentato.
Studi precedenti avevano visto come di fatto frammenti del virus possono finire per circolare nel nostro organismo tramite lo stomaco e l’intestino facendo così continuare la riposta immunitaria. Altro aspetto importante è che il virus in sé può superare la barriera a protezione del cervello causando così i noti sintomi neurologici del Long Covid.
Moshe Arditi, autore principale dello studio e vicepresidente esecutivo del Dipartimento di Pediatria per la ricerca, parte di Cedars-Sinai Guerin Children’s: “Abbiamo messo insieme diversi dati per creare un quadro più ampio che potrebbe spiegare cosa causa il valico del sistema immunitario di alcune persone, portando a sindromi post-acute, tra cui la sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini (MIS-C) e il lungo COVID in bambini e adulti. Dobbiamo condurre ulteriori ricerche per dimostrare se questo è davvero il meccanismo che causa il Long Covid. in modo da poter sviluppare trattamenti per bloccarlo.”
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