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L’origine dei nomi dei mesi: dalla Roma antica ai giorni nostri

Il nostro calendario moderno, con i suoi dodici mesi, ha una storia affascinante che risale all’antica Roma e coinvolge imperatori, dei e cambiamenti significativi nel corso dei secoli. Iniziamo con l’interessante mistero di settembre e la curiosa storia di due mesi dal destino particolare.

In origine, il calendario romano, creato da Romolo, fondatore di Roma, contava solo 10 mesi e iniziava con l’equinozio di primavera a marzo. Fu solo con il successore di Romolo, Numa Pompilio, che furono aggiunti i mesi di gennaio e febbraio. Ma perché settembre, ottobre, novembre e dicembre, che significano sette, otto, nove e dieci, non corrispondono più alla loro posizione nel calendario?

L’influenza di Giulio Cesare è cruciale in questa storia. Nel 44 a.C., il Senato di Roma cambiò il nome di Quinctilis, il quinto mese, in Julius (luglio) in onore di Giulio Cesare, assassinato nello stesso anno. Allo stesso modo, nel 27 a.C., Sextilis, il sesto mese, divenne Augustus (agosto) in onore di Cesare Augusto, il primo imperatore romano.

Le prime lettere di settembre, ottobre, novembre e dicembre indicano chiaramente che erano inizialmente il settimo, l’ottavo, il nono e il decimo mese. Tuttavia, poiché l’anno iniziava con l’equinozio di primavera, i nomi non sono stati modificati quando il calendario è stato adattato.

Gennaio deriva da Januarius, dedicato al dio Giano, custode dei cicli del tempo. Febbraio è legato ai riti di purificazione romani, chiamati februa. Marzo è dedicato a Marte, dio della guerra e della creazione della vita. Aprile potrebbe derivare da aperio, “aprire” in latino, o celebrare la dea dell’amore, Venere. Maggio è un omaggio a Maia, una delle dee della Primavera, mentre giugno è dedicato a Giunone, moglie di Giove.

In conclusione, il nostro calendario moderno è il risultato di secoli di evoluzione e influenze, con storie affascinanti dietro ogni mese che riflettono l’eredità dell’antica Roma e dei suoi leader.

Foto di Debby Hudson su Unsplash

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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