L’Uccello di Saqqara è un artefatto egiziano in legno di sicomoro, scoperto nella tomba di Pa-di-Imen, all’interno della necropoli di Saqqara nel 1981.
L’oggetto risale almeno al 200 a. C. e attualmente si trova al Museo Egizio del Cairo. È lungo 14,2 cm ed ha un’apertura alare di 18,3 cm, per un peso di 39,120 g. Sulla parte anteriore sono ben visibili il becco e gli occhi. La pittura non è rimasta, esclusa qualche traccia su un lato della coda, ma è probabile che fosse decorato per assomigliare ad un falcone. Fra il corpo e la coda è presente una linea di demarcazione che la delinea. La particolarità della coda dell’uccello di Saqqara, è quella di essere verticale, come per un aeroplano, invece che orizzontale come gli uccelli.
Secondo gli egittologi, si tratta della riproduzione in legno di un piccolo uccellino dalle ali spiegate. La sua funzione potrebbe essere stata quella di oggetto cerimoniale rappresentante il Dio Horus, oppure, vista la particolare forma della sua coda, una banderuola per il vento, forse collocata su una barca sacra. Questa ipotesi sembra essere avvalorata da alcuni rilievi trovati in uno dei templi di Karnak, dove sono raffigurate banderuole simili che ornano l’albero maestro di tre barche utilizzate durante le festività per il dio Opet.
Per la sua forma, il particolare artefatto è anche noto come aliante di Saqqara, e secondo i sostenitori dei misteri legati all’archeologia, rappresenterebbe il modellino in scala di un aliante, che precederebbe quindi, e di parecchio, l’invenzione dell’aliante come lo conosciamo. Si tratterebbe quindi di un OOPArt, ovvero un Out Of Place ARTifacts, «manufatti fuori posto».
Secondo queste teorie, si tratterebbe quindi di un modellino di aliante in uso tra il 2630 ed il 2611 a. C.. Uno dei rappresentanti di queste teorie, l’ingegnere Sauderson, nel 2006 ha ricostruito un modello di aliante basandosi sulla foto de l’Uccello di Saqqara aggiungendovi un timone, condizione necessaria affinché potesse essere controllato in aria, dato che il modellino non ne è provvisto, ma presenta solo la coda verticale. Sauderson ritiene che questi alianti fossero lanciati in aria, dagli antichi Egizi, con una specie di catapulta, che gli fu consegnata ovviamente dagli alieni: “Sono convinto che gli antichi vennero visitati da esseri non provenienti dalla terra. Loro ci hanno consegnato tecnologie e cultura per permetterci di evolverci dallo stato primitivo a quello moderno”.
L’idea di questa teoria nasce dall’osservazione del dott. Khalil Messiha, professore di anatomia presso la Helawan University. Secondo Messiha, l’uccello di Saqqara, sembrava essere notevolmente diverso da tutte le altre sculture rappresentanti uccelli, esposte al Museo Egizio del Cairo, insieme a quello di Saqqara. Sembra infatti presentare, sempre nella sua opinione, delle caratteristiche più simili a quelle dei moderni aerei, che non a quelle di un uccello.
Messiha basa la sua teoria anche sul fatto che gli antichi egizi erano soliti costruire modellini in scala di tutto ciò che utilizzavano nella vita quotidiana, per porli poi nelle tombe. Nella sua convinzione che si tratti del modellino di un aliante, ipotizzò persino che, sepolti nella sabbia del deserto, un giorno troveremo degli alianti a grandezza naturale.
La sua teoria si fonda su quella che è una caratteristica forse non propria dell’oggetto, ma semplicemente dovuta al fatto che il manufatto ha più di 2000 anni. Il motivo fondamentale della sua convinzione è infatti, come egli stesso dice, l’assenza di decorazioni che rimandino ad un uccello, come ad esempio delle piume. Esclude quindi l’ipotesi che eventuali pitture, di cui ci sono comunque tracce residue, siano andate perse con il passare dei secoli. Sempre secondo le osservazioni di Messiha, la presenza chiara dell’occhio dipinto e del becco, sarebbero semplicemente delle decorazioni dell’aliante, quello che secondo lui è importante è semplicemente l’assenza di piume e di zampe disegnate più di 2000 anni fa, questo sarebbe il motivo per cui esclude che si tratti di un uccello.
Inoltre aggiunge che secondo lui, la coda non è piatta e verticale, ma semplicemente rotta. Quello che rimane sarebbe la parte a cui sarebbe stato attaccato il timone dell’ipotetico aliante. Ovviamente non è di nessuna importanza che sulla coda dell’uccellino, non siano presenti né fori, né altri particolari che possano far pensare che manchi una parte. Messiha ha soltanto pensato a come trovare un modo per giustificare il fatto che il “modellino” non ha un timone e che così com’è non potrebbe mai funzionare come aliante. Come infatti conclude, “ho già realizzato un modello simile in legno di balsa e aggiunto il piano di coda (che suppongo sia stato perso) e non sono rimasto sorpreso di scoprire che poteva volare in aria per pochi metri se lanciato con la mano”.
Che si tratti del modellino di un aliante sembra improbabile, soprattutto in considerazione dell’assenza di prove di una tecnologia del genere nell’antico Egitto. Sembra infatti molto strano che gli antichi egizi fossero soliti volare in alianti lanciati da enormi catapulte aliene, e che nessuna traccia di tutta questa tecnologia sia rimasta o sia stata riportata dalle fonti dell’epoca in nessun modo e sotto nessuna forma, a parte un piccolo uccellino di legno in una tomba.
Inoltre un ulteriore test di volo fu effettuato da Martin Gregorie, un disegnatore e costruttore d alianti, con oltre 30 anni di esperienza. Gregorie ricostruì il modellino dotandolo della coda timone. Ne testò poi le capacità di volo, concludendo che “l’uccello di Saqqara non avrebbe mai potuto volare. È totalmente instabile sia senza che con una coda. Le sue performance di volo sono assolutamente deludenti”, concludendo che doveva trattarsi probabilmente di un giocattolo per bambini o una banderuola per il vento.
Infatti la maggior parte degli archeologi specializzati sulla cultura egizia, sono assolutamente certi che si tratti della raffigurazione di un uccello con le ali spiegate. Basandosi anche sul fatto che sono chiaramente raffigurati un occhio, il becco e una aggraziata curva sul ventre che indica la transizione anatomica tra corpo e coda, tipica degli uccelli in volo. Inoltre le tracce di vernice sulla coda, indicano che l’oggetto era originariamente dipinto, e che la pittura si sia persa con il tempo. Rimane come particolare degno di nota, solo la coda con la sua peculiare forma verticale.
La coda a forma di pala verticale, potrebbe suggerire che si tratti di una banderuola segnavento. Date le sue dimensioni però, sembra improbabile che sia stata pensata per essere posizionata in cima a un albero maestro di dimensioni reali. È anche possibile che l’artefatto fosse semplicemente un giocattolo per bambini.
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