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Macrobat, il primo taxi volante mezzo uccello e mezzo aereo nasce in Sudafrica

Il Sudafrica ha appena partecipato al concorso per creare il taxi volante più insolito. La scommessa si chiama Macrobat ed è un veicolo elettrico ispirato agli uccelli. L’Africa si trova in una situazione molto particolare a causa delle limitate infrastrutture di trasporto terrestre. In questo senso, gli aerei che possono decollare e atterrare in verticale, eliminando la necessità di piste, potrebbero avere un impatto molto maggiore rispetto alla semplice riduzione dei tempi di viaggio.

Nasce così l’esigenza dell’azienda sudafricana Phractyl di svelare un concept totalmente innovativo di eVTOL – veicoli aerei elettrici in grado di decollare e atterrare in verticale. Macrobat, dunque, è un NVTOL, un aereo a “decollo e atterraggio quasi verticale” ispirato – come anticipato – agli uccelli. Questa soluzione si adatta a superfici irregolari, consentendo un’inclinazione per il decollo di un angolo di circa 45°, più i 20° consentiti dall’inclinazione delle ali. Le “zampe” aiutano ad attutire l’atterraggio e forniscono una capacità fuoristrada che le ruote non possono offrire.

L’aereo è progettato per un singolo passeggero, trasporta un carico utile massimo di 150 chilogrammi e ha un’autonomia di 150 chilometri. Il Phractyl assicura inoltre che questo “uccello in volo”, ancora solo in forma digitale, raggiunga velocità di 180 km/he possa essere pilotato a distanza.

L’azienda sudafricana ritiene che il suo taxi volante elettrico possa essere utilizzato per missioni mediche, consegna di merci e altri lavori impegnativi come ispezioni di infrastrutture inaccessibili o irrorazione di piantagioni. Il team ha testato i suoi prototipi di propulsione e sviluppato campagne di raccolta fondi. Phractyl per ora non specifica le scadenze per lo sviluppo del prototipo funzionante.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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