Grazie alla combinazione di tecnologie che sono risultate efficaci contro il cancro e nei vaccini Covid-19, i ricercatori hanno affermato che possono curare in modo efficace una delle principali cause delle malattie cardiache. Per ora il successo è solo sui topi, ma ciò dona speranza a milioni di persone a cui il cuore è danneggiato da tessuto cicatriziale.
La fibrosi cardiaca è l’irrigidimento e la cicatrizzazione del tessuto cardiaco e può essere fatale. Al momento non esiste alcun trattamento di questa fibrosi, che porta in seguito alle malattie cardiache. Nel nuovo studio la fibrosi cardiaca viene invertita, rigenerando di nuovo le cellule, come è già stato fatto per trattare il cancro. Tuttavia in questo caso il trattamento avviene all’interno del corpo e non in laboratorio.
Il team di ricercatori ha utilizzato la tecnologia di mRNA, che abbiamo visto essere molto efficace sopratutto nell’ultimo periodo per combattere il Covid-19. Se questa tecnologia dovesse funzionare sulle persone, ciò potrebbe avere un enorme impatto, in quanto ogni malattia cardiaca è associata alla fibrosi. Basta pensare che circa il 50% dell’insufficienza cardiaca è causata da questo tessuto cicatriziale, impedendo al cuore di rilassarsi e di pompare velocemente.
Solitamente la fibrosi è associata anche a malattie polmonari e renali. Lavorando all’interno del corpo, il nuovo approccio consentirebbe il trattamento con lo stesso approccio generico per tutti. A differenza della terapia sul cancro, dove ogni cellula cancerosa deve essere uccisa, quella per la fibrosi ogni riduzione significativa migliorerà la vita di qualcuno. Sebbene questo approccio è ben lontano dal curare le persone, il metodo mostra il potenziale di questa tecnologia ad mRNA, oltre i vaccini Covid-19.
Nel vaccino Covid-19, l’mRNA stimola le cellule a produrre una proteina che si trova normalmente sulla superficie del coronavirus. In questo modo, quando il sistema immunitario vede il virus reale, riconoscerà la proteina e attaccherà il virus prima che possa causare gravi danni. Nel nuovo metodo invece l’mRNA allena le cellule a produrre una proteina che si trova sulla superficie delle cellule fibrotiche, in modo che le cellule immunitarie le distruggano.
Le cellule T ingegnerizzate sono state fornite in un modo che ha permesso loro di persistere a lungo, rischiando che il sistema immunitario attaccasse altre cellule fibrotiche, comprese quelle coinvolte nella guarigione delle ferite. Fornendo la proteina con l’mRNA, che rimane solo per pochi giorni, i ricercatori pensano di poter evitare questo problema. Le persone stanno anche sperimentando l’uso dell’mRNA per il trattamento di malattie autoimmuni e per fornire terapie geniche. Quindi un trattamento da un grande potenziale da sfruttare per nuove possibili cure.
Foto di Myriams-Fotos da Pixabay
Quando si parla di attività sedentarie, si tende spesso a collegarle a rischi per la salute, come obesità, malattie cardiovascolari…
Si torna a parlare di Apple e del suo interesse verso il mercato dei dispositivi pieghevoli. Nonostante l'azienda non abbia…
L'investimento da 140 miliardi di $ di AT&T in 5G, fibra ottica e tecnologia satellitare segna un passo trasformativo nella…
I pacemaker, dispositivi essenziali per regolare il battito cardiaco, hanno rappresentato una svolta nella medicina cardiovascolare. Tuttavia, alcune sfide tecniche,…
Indiana Jones e l'Antico Cerchio rappresenta una vera e propria avventura all'interno della quale gli sviluppatori di MachineGames (editore Bethesda), dopo i grandi…
La nostra capacità di adattarci agli eventi emotivi e di modificarne il comportamento in risposta rappresenta una delle funzioni più…