Un team di ricercatori dell’Università della California ha scoperto tracce di una lega con proprietà superconduttive nei frammenti di un meteorite; si tratta della prima prova che materiali superconduttivi sono presenti al di fuori del nostro pianeta. La squadra era guidata da Ivan Schuller, dell’UC San Diego e sostenuta da una sovvenzione dell’aeronautica statunitense, la US Air Force. In passato, i ricercatori avevano principalmente cercato di creare leghe superconduttive nei laboratori, ma molte meno risorse sarebbero impiegate se essi potessero essere trovati in natura.
Ed è proprio ciò che il team ha scoperto quando hanno esaminato campioni del meteorite Mundrabilla, scoperto in Australia nel 1911 e tra i più grandi mai rinvenuti sulla Terra. Il team ha analizzato i campioni utilizzando una tecnica chiamata “spettroscopia a microonde modulata” (MFMMS), che prevede l’esposizione dei campioni alle radiazioni magnetiche e a microonde in un ambiente vuoto, che può essere raffreddato. Il team ha trovato una lega di iridio, piombo e stagno nel campione di meteorite, che ha reagito all’MFMMS in modo molto simile ai materiali superconduttivi conosciuti.
“La buona notizia è che la superconduttività esiste anche al di fuori del nostro pianeta, esistendo perciò anche in natura“, ha dichiarato Schuller. Inizialmente il team era scettico sulle proprie scoperte, motivo per cui si era rivolto in un primo momento ai ricercatori del Brookhaven National Lab di Long Island per riesaminare il loro lavoro. “La nostra prima reazione è stata molto scettica. Credevamo si trattasse di tutt’altro“, ha dichiarato James Wampler, dell’UC San Diego. “Dobbiamo però ritenerci fortunati ad essere stati così scettici. Lo scetticismo ti spinge a ricontrollare finchè non ti senti completamente sicuro“.
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