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Come funziona la memoria? Senza pensarci molto, per i più è un processo astratto, ma in realtà nel cervello avvengono dei cambiamenti che un nuovo studio ha ben definito. Di fatto si parla di instillare qualcosa nella nostra mente a lungo termine e questo avviene con un danno all’organo stesso. Si parla di un’infiammazione e un danno al DNA stesso in un processo che prevede che i ricordi si fondano nei neuroni per poter essere riprese alle necessità
In test di laboratorio sui topi è stato visto come la formazione della memoria attiva la via del recettore Toll-Like 9 che di fatto serve segnalare i processi di infiammazione all’interno del cervello. Il risultato è una risposta che porta i neuroni ad organizzare in gruppi senza una divisione cellulare tipiche di altre situazioni.
Le parole dei ricercatori dell’Albert Einstein College of Medicine: “L’infiammazione dei neuroni cerebrali è generalmente considerata una cosa negativa, poiché può portare a problemi neurologici come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson. Ma i nostri risultati suggeriscono che l’infiammazione in alcuni neuroni nella regione dell’ippocampo del cervello è essenziale per creare ricordi duraturi. La divisione cellulare e la risposta immunitaria sono state altamente conservate nella vita animale per milioni di anni, consentendo alla vita di continuare fornendo allo stesso tempo protezione dagli agenti patogeni estranei.”
Questa scoperta è importante non solo perché ora si sa di più sulla formazione della nostra memoria, ma perché un possibile trattamento contro il Covid-19 mirava a bloccare il recettore TLR9. Alla luce delle nuove informazioni, ovviamente, andrebbe ripensato.
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