Il meteorite Tomanowos è forse la roccia spaziale con la storia più interessante che abbia mai toccato la superficie terrestre. Il suo nome vuol dire “visitatore dal cielo” nella lingua estinta della tribù indiana dei Clackamas dell’Oregon. I Clackama veneravano Tomanowos, noto anche come meteorite di Willamette, ritenendo che unisse il cielo, la terra e l’acqua. Meteoriti come Tomanowos hanno infatti sempre avuto un’influenza particolare sull’uomo: quando più di un secolo fa nativi trovarono la roccia, pesante 15 tonnellate, vicino al fiume Willamette, Tomanowos venne sradicata dalla terra, dando adito a numerose controversie anche di natura legale.
Ma partiamo dal principio, quando Tomanowos ancora vagava nello spazio profondo. Si tratta di un meteorite dal peso di circa 15 tonnellate costituito, come la maggior parte dei meteoriti conosciuti, di ferro e nichel. Gli atomi di ferro e nichel si sono formati al centro di grandi stelle, esplose dopo essersi trasformate in supernove alla fine della loro esistenza e queste enormi esplosioni hanno catapultato nello spazio i prodotti della fusione nucleare, elementi che poi sono finiti in una nebulosa, ossia una nuvola di polvere e gas.
Alla fine, questi elementi sono stati forzatamente fusi assieme dalla gravità, formando i cosiddetti protopianeti del nostro sistema solare. Circa 4,5 miliardi di anni fa, Tomanowos faceva parte del nucleo di uno di questi protopianeti, dove si accumulano i metalli più pesanti come ferro e nichel. Tempo dopo, questo protopianeta deve essersi probabilmente scontrato con un altro corpo celeste, catapultando nello spazio questo meteorite insieme ad un numero inconoscibile di altri frammenti fino a quando non è arrivato sulla Terra. Come risultato di questa sorta di “biliardo cosmico”, il meteorite Tomanowos è entrato nell’atmosfera terrestre circa 17.000 anni fa, atterrando poi su una calotta di ghiaccio in Canada.
Nel corso dei decenni seguenti, il ghiaccio ha lentamente spostato Tomanowos verso sud, precisamente verso un ghiacciaio nel fiume Fork, nel Montana. Questo ghiacciaio aveva creato una sorta di diga di ghiaccio alta 600 metri, che si è sbriciolata quando Tomanowos ha iniziato a muoversi nuovamente, causando una delle inondazioni più imponenti mai documentate: parliamo dell’inondazione di Missoula. Intrappolato nel ghiaccio e trasportato a zattera lungo il fiume dall’alluvione, Tomanowos attraversò l’odierno Idaho, Washington e l’Oregon lungo il fiume Columbia.
Dopo l’inondazione di Missoula, Tomanowos restò esposto alle intemperie. Per migliaia di anni, la pioggia si è mescolata al solfuro di ferro nel meteorite, producendo acido solforico che ha dissolto gradualmente il lato esposto della roccia, creando l’incavo che oggi lo caratterizza. Diverse migliaia di anni dopo le inondazioni di Missoula, i Clackamas arrivarono in Oregon e scoprirono il meteorite. In qualche modo, i nativi intuirono che il meteorite provenisse dal cielo, dal momento che l’appellativo di “visitatore del cielo” suggerisce che probabilmente essi sospettarono delle origini extraterrestri della roccia.
Tuttavia nel 1902, un uomo dell’Oregon di nome Ellis Hughes spostò in segreto la roccia nella sua terra e la rivendicò come sua proprietà. Trasportare una roccia di 15 tonnellate su un carrello di legno per quasi due chilometri fu certamente cosa difficile, ma pare che Hughes e suo figlio lavorarono ininterrottamente per circa tre mesi e una volta che il meteorite giunse sul loro terreno, iniziarono a pretendere denaro per poter ammirare il “meteorite di Willamette”.
In realtà, tuttavia, il legittimo proprietario della roccia si rivelò essere la Oregon Iron and Steel Company, che possedeva la terra dove Hughes trovò il meteorite, ingiungendo quindi nei suoi confronti una causa legale. Mentre la causa procedeva nei tribunali, la compagnia assunse addirittura una guardia, che sedeva in cima a Tomanowos ventiquattro ore al giorno con una pistola carica in pugno. Alla fine, la compagnia vinse la causa nel 1905 e un anno dopo hanno vendette Tomanowos all’American Museum of Natural History di New York, dove “risiede” tutt’oggi.
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