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Gli astronauti alla ricerca di microbi viventi all’esterno della Stazione Spaziale

La possibilità che microbi possano sopravvivere nello spazio ha sempre affascinato gli scienziati. Un nuovo esperimento condotto sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) potrebbe fornire risposte cruciali su come questi organismi si adattino a condizioni estreme.

Questa ricerca è fondamentale per comprendere la resilienza della vita nello spazio e sviluppare misure efficaci per la protezione planetaria. Gli scienziati vogliono evitare che i microbi terrestri contaminino altri ambienti extraterrestri e, allo stesso tempo, capire se lo spazio possa ospitare forme di vita microbiche.

L’esperimento “External Microorganisms”

Il nuovo esperimento denominato “External Microorganisms” prevede che gli astronauti raccolgano campioni dalla superficie esterna della ISS, in particolare vicino alle prese d’aria del sistema di supporto vitale. L’obiettivo è determinare la presenza di microbi, quantificarli e analizzare la loro capacità di sopravvivenza in condizioni estreme.

Questi campioni potrebbero fornire informazioni preziose sull’adattamento microbico e sui rischi potenziali per future missioni nello spazio profondo. Gli scienziati vogliono scoprire se la ISS rilascia microrganismi nello spazio e, in caso affermativo, valutare fino a che distanza questi possano viaggiare.

Gli estremofili: microbi super resistenti

Un aspetto chiave dell’esperimento è l’analisi degli “estremofili”, una categoria di microbi capaci di sopravvivere in condizioni ambientali proibitive. Questi organismi, noti per la loro resistenza a radiazioni intense, temperature estreme e assenza di ossigeno, potrebbero offrire indizi cruciali su come la vita potrebbe esistere in altri pianeti o lune del sistema solare.

Gli estremofili non sono solo interessanti per l’esplorazione spaziale, ma hanno anche applicazioni su larga scala in settori come la medicina e l’agricoltura. La loro capacità di adattamento potrebbe ispirare nuove tecnologie per migliorare la sopravvivenza umana in ambienti ostili.

La gestione della contaminazione nello spazio

Il monitoraggio delle popolazioni microbiche sulla ISS è un obiettivo essenziale per garantire la sicurezza dell’equipaggio. Attualmente, gli scienziati utilizzano metodi avanzati per raccogliere campioni d’aria e di superficie e analizzarli direttamente nello spazio, senza doverli riportare sulla Terra.

Nonostante i rigorosi protocolli di sterilizzazione, la presenza di microbi è inevitabile. Gli esseri umani trasportano naturalmente il proprio microbioma, e la vita a bordo della ISS favorisce la formazione di comunità microbiche dinamiche.

Per questo motivo, l’esperimento punta a migliorare i sistemi di controllo della contaminazione per le future missioni nello spazio profondo, incluse quelle verso Marte. Un’eccessiva proliferazione di microbi potrebbe compromettere la salute degli astronauti e l’integrità delle missioni.

Implicazioni per le future missioni spaziali

Questa ricerca potrebbe portare a miglioramenti nella progettazione di veicoli spaziali, tute spaziali e sistemi di supporto vitale. Comprendere il comportamento dei microbi nello spazio permetterà di sviluppare strategie per mantenere gli ambienti spaziali sterili e sicuri per missioni di lunga durata.

Inoltre, i risultati avranno un impatto diretto sulla protezione planetaria. È fondamentale che le future esplorazioni umane non introducano involontariamente microbi terrestri su altri corpi celesti, preservando così la possibilità di scoprire forme di vita autoctone.

L’esperimento “External Microorganisms” rappresenta un passo cruciale nella ricerca spaziale. Studiare i microbi nello spazio non solo aiuterà a proteggere gli astronauti, ma offrirà anche nuove prospettive sulla possibilità di vita oltre la Terra. Con queste scoperte, l’umanità si avvicina sempre più alla risposta alla domanda: la vita può esistere nello spazio?

Foto di WikiImages da Pixabay

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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