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Microplastica nel ghiaccio dell’Antartide: trovate tracce in profondità

L’analisi del ghiaccio dell’Antartide ha evidenziato qualcosa che per certi versi era già stato visto, anche se con le dovute differenze. Sono state trovate tracce di microplastica in carote di ghiaccio e quest’ultime erano lunghe 1,1 metri. A fare questa scoperta sono stati i ricercatori dell’Università della Tasmania.

Questi pezzi di microplastica sono stati trovati nel ghiaccio a due chilometri di distanza dalla costa. La media di ritrovamento è stato di 12 pezzettini per litro d’acqua. Un aspetto particolare riguarda la presenza di alghe insieme alla plastica ed è probabile che entrambi siano arrivati a causa del krill.

Questi organismi si nutrono di ghiaccio marino e mangiandolo si sono fatti strada al suo interno. Morendo, hanno rilasciato la microplastica ingerita e le alghe. Il problema riguarda il fatto che a sua volta il krill è la fonte principale di nutrimento dei grandi cetacei.

 

Microplastica e Antartide

Secondo lo studio dei ricercatori, l’origine di questa microplastica è ne pressi del continente ghiacciato. Le correnti oceaniche possono trasportarle ovunque, ma le dimensioni suggeriscono la vicinanza della fonte principale. Il discorso è semplice, più è corto il pezzo, più è probabile che sia stato deteriorato dai vari agenti esterni.

I campioni di ghiaccio arrivano dal lato orientale del continente. Quest’ultimo non presenta lo stesso traffico di quello occidentale il che suggerisce che la presenza di microplastica dall’altro lato potrebbe essere maggiore, e di molto. Si tratta di un problema a tutto tonto visto che la presenza di plastica nel ghiaccio va a favorire l’assorbimento del calore piuttosto che rifletterlo.

Giacomo Ampollini

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