Foto di BUDDHI Kumar SHRESTHA su Unsplash
Ormai lo sappiamo e anche se di fatto è una cosa assolutamente recente, non fa neanche più notizia. All’interno del nostro organismo sono presenti frammenti di microplastica. Sono ovunque e si muovono soprattutto grazie al flusso sanguigno e poi, grazie alle ridotte dimensioni, possono attraversi i tessuti ed accumularsi. Ma quali sono gli effettivi effetti sulla salute? Ancora si sa poco in merito e ci vorranno anni per avere delle risposte, ma qualcosa si inizia a intravedere.
Uno studio recente ha visto come nei topi, la microplastica arriva al cervello attraverso i vasi sanguigni finendo anche per intasarli del tutto. L’effetto che si ottiene è come quello di un coagulo di sangue, non solo proprio a livello fisico bensì a livello di risposta agli stimoli del mondo esterno. Gli esemplari interessati hanno ottenuto risultati peggiori nei test di movimento e di memoria.
Gli aspetti positivi di questo studio sono due però. Da un lato, nel giro di un mese l’organismo dei topi è riuscito a eliminare questi blocchi di microplastica riportando anche le facoltà cognitive al livello precedente, ma dall’altro si parla anche di dimensioni. I vasi di un topo sono estremamente più piccoli di quelli di una persona e la quantità di plastica che servirebbe per bloccarli sarebbe troppa. Detto questo, può andare ad esacerbare condizioni pregresse.
Le parole dei ricercatori: “Questi risultati indicano che i topi mostrano anomalie multiformi nella regolazione neurocomportamentale, simili a stati depressivi associati a un flusso sanguigno cerebrale interrotto. L’uso di mammiferi più grandi o modelli animali che assomigliano di più al sistema circolatorio umano, come i primati non umani, è quindi fondamentale per studiare questo processo. I potenziali effetti a lungo termine delle microplastiche su disturbi neurologici come la depressione e la salute cardiovascolare sono preoccupanti.”
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