Le microplastiche sono davvero un grosso problema per il nostro ambiente e spesso sono la causa della morte di molti animali, soprattutto pesci ed uccelli le cui carcasse vengono ritrovate con lo stomaco pieno di plastica.
I ricercatori hanno scoperto la presenza delle microplastiche in posti che si credevano essere incontaminati, come ad esempio l’aria. A dimostrare l’ormai onnipresenza di questi piccoli pezzetti di plastica, sono diversi studi, ognuno incentrato su un diverso ambiente.
L’aspetto che ha maggiormente sconvolto i ricercatori è l’abbondante presenza di microplastiche persino nell’aria, che le trasporta ovunque inquinando qualsiasi ambiente. Sono state trovate praticamente ovunque, nei fiumi negli oceani, nella Terra, e persino nei nostri giardini. Ad esempio sono state ritrovate in zone incontaminate come le Galapagos ed il tratto francese dei Pirenei, dove sono letteralmente piovute dal cielo assieme alla pioggia.
Alcuni studi le hanno ritrovate persino in terreni agricoli in Cina e sappiamo che le consumiamo anche attraverso il cibo e l’acqua. Sono infatti state ritrovate persino nelle feci umane. Ciò che preoccupa gli scienziati, e non solo, è quello che potrebbe essere il potenziale impatto che avrebbe sulla nostra salute e quali siano le sostanze tossiche rilasciate dalla plastica ed i loro effetti sul corpo umano.
In questo nuovo studio è stato mostrato che le microplastiche si possono spingere attraverso grandi distanze attraverso il vento e che possono poi ricadere sul terreno assieme alla pioggia, in luoghi remoti ed incontaminati. I ricercatori hanno trovato dei campioni di plastica sulle alte vette dei Pirenei, molto lontano da qualsiasi possibile fonte di inquinamento: un piccolo paese si trova a circa 6 km, mentre la città più vicina è a 120 km. Come sono arrivate in questi luoghi le plastiche dunque? Secondo i ricercatori la causa è la pioggia di plastica.
Gli studiosi hanno stimato che siano cadute ogni giorno circa 365 particelle di plastica e fibre ogni metro quadrato. Deonie Allan, principale ricercatore dello studio, ha affermato che si tratta di una quantità incredibile di plastica, considerando che si tratta più o meno dello stesso quantitativo di plastica trovato in grandi città come Parigi, in cui è normale aspettarsi di trovare un ambiente inquinato, non certo in alta montagna.
Analizzando il livello di plastica nelle piogge, la forza dei venti e tutti i dati disponibili, il team ha stabilito che le microplastiche possono essere trasportate nell’aria sino a 100 km di distanza. Inoltre, in base ai modelli ottenuti dagli studi, si stima che possano essere spinte molto più lontano, proprio come la sabbia del Sahara viene spinta oltre il mare.
I campioni utilizzati in questa ricerca sono stati raccolti nel periodo invernale, ma è possibile che d’estate quando il clima è più secco e le particelle di plastica sono più facilmente trasportate dal vento, possano finire nell’aria una quantità maggiore di micoplastiche.
Secondo questo studio quindi le microplastiche si trovano anche sospese nell’aria, e potrebbero con ogni probabilità, finire nelle nostre vie respiratorie e nei nostri polmoni.
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