Foto di Logan Voss su Unsplash
A febbraio, Microsoft ha annunciato un traguardo tecnologico che potrebbe segnare l’inizio di una nuova era per l’informatica: il processore quantistico Majorana 1, il primo al mondo basato su qubit topologici. Questa innovazione promette di accelerare la costruzione di computer quantistici davvero utili, riducendo i tempi di attesa da decenni a pochi anni.
Alla base di Majorana 1 c’è una classe di materiali finora mai sperimentata in modo applicativo: i superconduttori topologici. Creati combinando semiconduttori come l’arseniuro di indio con superconduttori come l’alluminio, questi materiali danno origine alle Modalità Zero di Majorana (MZMs), particelle esotiche capaci di immagazzinare informazioni in modo stabile e resistente agli errori esterni. Per anni queste particelle sono rimaste solo teoria, ma ora Microsoft è riuscita a crearle e controllarle.
Il processore Majorana 1, progettato per ospitare fino a un milione di qubit, ha dimensioni simili a quelle di una mano umana. Ma ciò che lo rende davvero rivoluzionario è l’architettura: più compatta, digitale e stabile rispetto ai modelli precedenti. I qubit topologici, infatti, sono più piccoli e affidabili, e possono essere controllati tramite semplici impulsi elettrici, eliminando la complessità dei segnali analogici.
Le possibilità offerte da un supercomputer quantistico di questa potenza sono vaste: si parla di materiali auto-riparanti, catalizzatori per distruggere microplastiche, ottimizzazione genetica per colture più resistenti, o simulazioni molecolari oggi impossibili. Tutti i computer classici del mondo, messi insieme, non possono competere con l’elaborazione teorica di un processore come Majorana.
La validità scientifica della scoperta è stata confermata da una pubblicazione su Nature e dall’ingresso di Microsoft nella fase finale del programma US2QC della DARPA, dedicato allo sviluppo di computer quantistici industriali resistenti agli errori. È il segnale che ciò che sembrava fantascienza potrebbe presto entrare nei laboratori, nelle aziende e, in prospettiva, persino nelle nostre vite.
Il quantum computing non è più solo teoria o laboratorio: con Majorana 1, Microsoft ha tracciato una rotta concreta verso l’uso reale dei computer quantistici. Una trasformazione che potrebbe cambiare radicalmente il nostro rapporto con la tecnologia, la scienza e persino l’ambiente.
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