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Mir: la stazione spaziale sovietica che precedette quella Internazionale

Comunemente, la prima parte dell‘esplorazione spaziale è considerata una vittoria della NASA e degli Stati Uniti e questo per diversi motivi. Il primo sono sicuramente il fatto che il primo uomo a mettere un piede sulla Luna è stato un americano. Il secondo è risale al fatto che l’Unione Sovietica venne sciolta e considerando che la conquista dello spazio era uno dei figli della guerra fredda fu facile attribuire la vittoria agli Stati Uniti. Detto questo c’è quindi da sottolineare come molti dei primi traguardi in merito sono stati raggiunti proprio dall’Unione Sovietica.

Tra i traguardi raggiunti uno dei più sensazionali è quello della messa in orbita di una stazione spaziale. In questo caso sarebbe più corretto dire le stazioni in quanto erano diverse ed erano note come Salijut. I lanci avvennero dal 1973 fino agli anni 80, ma il salto di qualità avvenne la messa in orbita del Mir ovvero una stazione assai più complessa.

 

Un capolavoro d’ingegneria

A differenza delle Salijut e della Skylab americana, il Mir è stata la prima stazione spaziale a risultare perennemente abitata e funzionante dal punto di vista scientifico. Era formata da 7 moduli e presentava ben 6 moduli d’attracco per le navicelle Sojuz. La costruzione presentò pochissimi errori anche grazie all’esperienza fatta con le missioni precedenti e divenne un tassello importante per la costruzione dell’ISS.

La costruzione completa avvenne nel 1996 mentre il primo modulo venne messo in orbita il 1986; ecco l’ordine:

  • Modulo base (19 febbraio 1986)
  • Kvant-1 (31 marzo 1987)
  • Kvant-2 (26 novembre 1989)
  • Kristall (31 maggio 1990)
  • Spektr (20 maggio 1995)
  • Docking Module (21 novembre 1995)
  • Piroda (23 aprile 1996)

I primi incidenti si presentarono verso gli ultimi anni di vita ovvero il 1997. Un anno dopo, il 20 novembre 1998, venne invece messo in orbita il primo pezzo della Stazione Spaziale Internazionale. A quel punto diversi governi spinsero quello russo a far precipitare la stazione così da potersi dedicare ad un solo progetto. Il governo inizialmente restio accettò solo nel 2000 e quindi iniziò uno studio accurato per la distruzione controllata che avvenne il 23 marzo 2001. Ci fu una manovra controllata che spinge la stazione a distruggersi nelle acque dell’Oceano Pacifico.

Giacomo Ampollini

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