Nel 1966, due scienziati hanno iniziato a studiare la sottile atmosfera marziana, la cui composizione è basata principalmente su biossido di carbonio (CO2) e rivelata per la prima volta da Mariner IV, un veicolo spaziale della NASA. Essi hanno teorizzato che Marte, grazie ad un’atmosfera di questo tipo, potrebbe custodire depositi stabili di ghiaccio arricchito con CO2 che, a loro volta, sarebbero in grado di controllare la pressione atmosferica globale. Un nuovo studio del California Institute of Technology (Calthech) suggerisce che la teoria, sviluppata dal fisico Robert B. Leighton e dallo scienziato Bruce C. Murray, potrebbe essere corretta.
L’anidride carbonica costituisce oltre il 95% dell’atmosfera di Marte, con una pressione superficiale allo 0,6% di quella della Terra. Una delle previsioni dovute alla teoria di Leighton e Murray è che la pressione atmosferica marziana oscillerebbe mentre il pianeta gira sul suo asse durante la sua orbita attorno al Sole, esponendo i poli a più o meno luce solare. La luce solare diretta sul ghiaccio di CO2 depositato ai poli porta alla sua sublimazione (la transizione diretta di un materiale da uno stato solido ad uno gassoso).
Ora, un nuovo modello ideato da Peter Buhler, ricercatore presso il Jet Propulsion Laboratory, che Caltech gestisce per la NASA, fornisce prove chiave a sostegno di queste conclusioni. Il team ha ipotizzato l’esistenza di una caratteristica misteriosa nel polo sud di Marte: un massiccio deposito di ghiaccio CO2 e di ghiaccio d’acqua in strati alternati, come gli strati di una torta, che si estendono fino alla profondità di un chilometro. Il deposito conterrebbe la stessa quantità di CO2 presente nell’intera atmosfera marziana, attualmente.
In teoria, questa stratificazione non dovrebbe essere possibile perché il ghiaccio d’acqua è termicamente più stabile e più scuro del ghiaccio CO2; quest’ultimo, secondo gli scienziati, si destabilizzerebbe rapidamente se fosse sepolto sotto il ghiaccio d’acqua. “Di solito, quando si esegue un modello, non ci si aspetta che i risultati corrispondano così accuratamente a ciò che si osserva. Lo spessore degli strati, come determinato dal modello, si abbina perfettamente alle misurazioni effettuate dai satelliti in orbita“, afferma Buhler.
“La nostra determinazione nello studio delle grandi oscillazioni di pressione su Marte è fondamentale per comprendere l’evoluzione del suo clima, compresa la storia della stabilità dell’acqua liquida e dell’abitabilità vicino alla superficie di Marte“, afferma Buhler. Questo lavoro era parte della tesi di Buhler alla Caltech; egli ha poi continuato la ricerca nel suo attuale ruolo di ricercatore post dottorato presso il Jet Propulsion Laboratory.
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