Da quando la missione New Horizons della NASA ha rivelato nel 2015 una struttura a forma di cuore sulla superficie di Plutone, gli scienziati hanno cercato di comprendere l’origine di questa caratteristica unica. Ora, grazie a uno studio condotto dall’Università di Berna, il mistero sembra essere stato risolto.
Secondo questo studio, pubblicato su Nature Astronomy, la formazione dello Sputnik Planitia, la parte occidentale a forma di lacrima del “cuore” di Plutone, è stata causata da un impatto gigantesco e lento con un angolo obliquo. Questo impatto ha modellato la superficie del pianeta nano, creando la struttura distintiva che osserviamo oggi.
Il team di ricerca, guidato dal dottor Harry Ballantyne dell’Università di Berna, ha utilizzato simulazioni numeriche per riprodurre digitalmente l’impatto e studiare le sue conseguenze. Ciò ha portato alla conclusione che l’impatto è stato abbastanza lento e obliquo da causare una deformazione significativa della superficie di Plutone, formando lo Sputnik Planitia.
Inoltre, lo studio ha smentito l’ipotesi precedente di un oceano sotterraneo di acqua liquida su Plutone. Le simulazioni hanno indicato che un impatto di questa portata avrebbe scavato l’intero mantello primordiale del pianeta nano, eliminando così la possibilità di un oceano sotterraneo.
Questi risultati forniscono una nuova prospettiva sull’origine e l’evoluzione di Plutone, suggerendo che eventi catastrofici come impatti giganteschi abbiano giocato un ruolo significativo nella sua storia. La scoperta potrebbe anche avere implicazioni per la comprensione di altri corpi celesti nel Sistema Solare esterno e oltre.
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