a, b) Fotografie del pugnale di Tutankhamon che abbiamo scattato al Museo Egizio del Cairo il 9 febbraio 2020. c) Fotografia del pugnale di Tutankhamon al momento della scoperta nel 1925. Questa fotografia è stata scattata da Harry Burton. d) Fotografia di una porzione ingrandita per un lato (a) della lama con una fessura prominente. I graffi fini sono orientati lungo la lunghezza della lama con alcuni orientati lungo la larghezza della lama. Si noti che manca un'ulteriore corrosione della lama dopo la scoperta nel 1925, confrontando l'immagine del 2020 (a) con l'immagine del 1925 (c). e) Fotografia di una porzione ingrandita di un lato (a) della lama con macchie scure Ph. Credit: Takafumi Matsui, Ryota Moriwaki, Eissa Zidan, Tomoko Arai
Un team di ricercatori provenienti sia dall’Egitto che dal Giappone ha eseguito un nuovo studio sul pugnale extraterrestre di Tutankhamon, combinando la loro ricerca con lo studio delle tavolette delle Lettere di Amarna. Grazie ai loro sforzi abbiamo scoperto che il pugnale potrebbe essere stato forgiato al di fuori dell’Egitto.
Il prezioso pugnale di Tutankhamon è davvero un manufatto unico nel suo genere. Fu scoperto assieme a tutto il prezioso corredo funebre del faraone quando fu riportata alla luce la sua sepoltura agli inizi del Novecento. Il suo ritrovamento fu di notevole interesse sin dall’inizio in quanto fu davvero straordinario trovare un pugnale con la lama di ferro quando l’età del ferro non era ancora iniziata.
Come era possibile dunque che ci fosse una lama in ferro in una tomba risalente ad un periodo in cui gli esseri umani non avevano ancora imparato a riscaldare il ferro nativo a temperature sufficienti per la fusione? Secondo i ricercatori l’unica spiegazione era che la lama del pugnale fosse stata creata battendo il metallo di un meteorite trovato da qualche parte nelle vicinanze. Ecco perché il pugnale del faraone è di fatto un pugnale con una lama extraterrestre.
Dalla sua scoperta, molti sono gli studi che si sono succeduti sulla natura e sulle origini del pugnale e nel 2016, un team di ricercatori ha confermato che si trattava di materiale proveniente da un meteorite. Ora in questo nuovo studio i ricercatori hanno acquisito nuove informazioni sulla natura del meteorite di cui è composta la lama e sulla provenienza del pugnale.
Le analisi sul pugnale sono state condotte attraverso l’uso di raggi X non distruttivi e di osservazioni al microscopio. Con queste analisi il team di ricerca ha scoperto che il pugnale extraterrestre di Tutankhamon contiene ferro, manganese e nichel. Ad essi sono mescolati anche altri elementi come zinco, zolfo e cloro.
Di grande interesse è stata la scoperta che la lama del pugnale presenta da un lato un motivo a punto croce, chiamato motivo Widmanstätten. Questo particolare pattern è stato infatti osservato in altre rocce meteoritiche presenti in natura e suggerisce che il meteorite appartenesse a un gruppo chiamato ottaedri, il più grande gruppo di meteoriti ferrosi conosciuti. Lo stesso schema è stato osservato anche in altri manufatti, come un’antica spada trovata in Giappone.
Dall’analisi strutturale e chimica della lama, i ricercatori non hanno potuto stabilire il punto d’impatto di questa roccia celeste sulla Terra, ma in questo senso sono state molto utili le tavole delle Lettere di Amarna.
Le incisioni di questi preziosi reperti risalgono a circa 3.400 anni fa, circa un secolo prima che il re Tutankhamon fosse sepolto. Analizzando le trascrizioni delle Lettere di Amarna i ricercatori hanno scoperto che in una sezione veniva menzionato il prezioso pugnale di ferro.
Dagli scritti sulle tavolette emerge che il pugnale extraterrestre di Tutankhamon fu regalato a suo nonno dal re di Mitanni, un regno situato nel nord della Mesopotamia, che si estese, al culmine della sua ampiezza, dai monti Zagros al lago di Van e ai confini con l’Assiria. Era abitato principalmente da Hurriti. Questo significa che l’antico pugnale del faraone potrebbe essere stato realizzato in quella che oggi è la Siria.
Ph.Credit: Takafumi Matsui, Ryota Moriwaki, Eissa Zidan, Tomoko Arai
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