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I ricercatori del MIT possono trasformare il segnale Wi-Fi in carica batterie

Se le batterie non si evolvono a un ritmo abbastanza veloce da alimentare la tecnologia mobile, gli scienziati del MIT hanno creato un’alternativa e soluzione interessante: il segnale Wi-Fi per generare energia senza fili per l’elettronica d’uso che potrebbe quindi essere collegata in modo permanente senza dipendere da una batteria interna o collegata ad una presa.

Prima di pensare a un telefono cellulare che non avrebbe mai più bisogno di essere ricaricato, gli scienziati della ricerca hanno immaginato alcune applicazioni più semplici. Le idee ruotano attorno agli oggetti connessi alla casa (ad esempio una smart room o un allarme) che soffrono di dipendenza dalla batteria. Immaginano anche che gli edifici possano utilizzare la tecnologia sui muri per contribuire a generare energia.

 

Come funziona (o funzionerebbe)

Trasformare le onde radio in energia elettrica, tuttavia, non è un’idea esattamente nuova. Ciò che rende interessante il progetto del MIT è come è stato sviluppato. Il dispositivo ha una rectenna (uno specifico tipo di antenna) che ha la funzione di generare corrente elettrica; questo componente è solitamente grande e spesso, ma il dispositivo del MIT si distingue per pochi atomi di spessore, il che rende possibile incorporarlo praticamente in qualsiasi tipo di elettronica.

Con l’approccio realizzato dal MIT, i ricercatori sono stati in grado di far diventare la rectenna capace di convertire segnali wireless fino a 10 GHz, il che consente di utilizzare Wi-Fi, Bluetooth e persino lo spettro di frequenze radio dei telefoni cellulari per trasformare in energia per dispositivi elettronici.

Vale la pena notare, tuttavia, che nonostante gli esperimenti di successo, non ci sono previsioni sul quando questa tecnologia sarà presente negli apparati di tutti i giorni. Ci sono molte idee che funzionano molto bene in laboratorio, ma non finiscono mai per essere realizzabili perché non sono commercialmente fattibili.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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