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Morbo di Parkinson: dei guanti hi-tech possono riconoscerlo 5-7 anni prima

L’avanzare dell’età, la vecchiaia spesso è associata a numerose patologie, che possono essere di minore intensità, come osteoporosi, depressione emotiva ecc., ma anche a patologie più complesse, come le malattie neurodegenerative. L’Alzheimer ed il morbo di Parkinson sono le principali.

Quest’ultima colpisce circa l’1% della popolazione over 65. Le prime cause di questo morbo sono stanchezza, rigidità muscolare, tremore, rallentamento motorio. Quindi si può dire che, a differenza dell’Alzheimer che colpisce prevalentemente il cervello, il morbo di Parkinson colpisce principalmente il sistema motorio. Inoltre, i sintomi appaiano diversi anni dopo l’inizio della malattia, e ciò rende difficile creare una terapia adatta in tempo e non in ritardo.

 

I guanti hi-tech per il Parkinson

Proprio per questo, sono stati testati alcuni metodi per scoprire in anticipo l’insorgenza della malattia per così prevenirla al meglio. Il metodo migliore scoperto finora e meno invasivo possibile è l’utilizzo di particolari guanti tecnologici, che riescono a individuare l’insorgenza della malattia fino a 5-7 anni prima.

Questi guanti hi-tech sono stati creati da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, guidato Filippo Cavallo, in collaborazione con la Neurologia dell’ospedale delle Apuane di Massa e Carrara.

Attraverso il gaunto indossabile, chiamato SensHand, i ricercatori hanno acquisito dati motori da 90 persone delle quali 30 sane, 30 con iposmia idiopatica e 30 con Parkinson.

I test hanno dimostrato che, combinando le informazioni acquisite tramite l’analisi del movimento con i sensori e i risultati di uno screening olfattivo in grado di individuare persone con iposmia, è possibile identificare in questo gruppo lievi deflessioni motorie non rilevabili in altro modo, che caratterizzano l’insorgere della malattia in fase iniziale (prima dell’insorgenza dei sintomi), permettendone potenzialmente la diagnosi diversi anni prima e quindi la riuscita di una programmazione efficace della terapia.

Francesco Borea

Studente universitario Appassionato di tecnologia

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