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Morti in solitudine e dimenticati: il fenomeno recente

Non tutti muoiono in circostanze che permettono di rilevare subito l’accaduto. Anche se si muore da soli, la maggior parte delle volte qualcuno si accorge della mancanza della suddetta persona. Detto questo, non sempre è uno studio sui dati nel Regno Unito sta mostrando un fenomeno in crescita. Si stanno trovando sempre più morti in decomposizione dopo quindi molto tempo, un fenomeno in aumento durante la pandemia e non tanto per la pericolosità del virus.

I dati che sono stati utilizzati per studiare questo fenomeno arrivano da dei codici internazionali di classificazione delle malattie, R98 e R99, rispettivamente morti incustodite e altre cause mal definite e sconosciute. Il trend in questione è aumentato negli ultimi 40 anni e il problema di base sembra quella di una rottura delle reti sociali di supporto, sia di affettività, ma anche quelle istituzionali.

 

Le morti dimenticate

Le parole dei ricercatori dell’Università di Oxford e di altre università inglese: “C’è stato un forte aumento di queste morti in entrambi i sessi, ma negli uomini in particolare negli anni ’90 e 2000, in coincidenza con un tempo in cui la mortalità generale stava rapidamente migliorando. L’aumento delle persone trovato morto da cause sconosciute suggerisce una più ampia rottura sociale di reti di supporto sociale sia formali che informali”, Scrivi i ricercatori. Sono preoccupanti e garantiscono ulteriori ulteriori indagini. Chiediamo alle autorità nazionali e internazionali di prendere in considerazione misure che consentirebbero di identificare questi decessi più facilmente nei dati di routine”.

Questo non è ovviamente un fenomeno esclusivamente inglese, ma che interessa bene o male tutti i paesi occidentali. Andando a escludere aspetti puramente tipici delle diverse società, il fatto che si fanno sempre meno figli rende più comune la presenza di anziani che non hanno più nessuno.

Giacomo Ampollini

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