Il sistema di dighe del Mose ha permesso alla città di Venezia di mantenersi asciutta. Infatti proprio ieri 22 novembre il sistema di dighe, costruito per proteggere Venezia e la sua famosa Piazza San Marco dalle inondazioni, ha fatto il suo dovere proteggendo la città da una marea eccezionalmente alta nella giornata in cui forti piogge hanno colpito tutta l’a penisola.
Per ieri già i bollettini meteorologici avevano previsto una marea di 170 cm. Un valore molto vicino ai record della laguna e che aveva messo in allerta la città. Livelli del genere avrebbero infatti lasciato sott’acqua vaste aree della città. Proprio per prevenire uno scenario simile, il sistema del Mose era già stato attivato nella notte di lunedì.
Così le 78 paratoie del sistema Mose, che si innalzano dal fondo della laguna veneziana, hanno protetto la città dalla marea permettendole di rimanere asciutta, o quasi, viste le forti piogge e le raffiche di vento che hanno comunque investito la laguna.
Il Mose ha dunque impedito che accadesse qualcosa di simile all’inondazione del 2019 e del 2020. Le due eccezionali maree avevano infatti messo a dura prova la città ed i suoi abitanti.
Negli ultimi anni infatti la situazione delle maree e dell’acqua alta a Venezia si è fatta più preoccupante, complici i cambiamenti climatici e il cedimento del terreno. Mentre infatti il livello del mare si innalza a causa del riscaldamento globale e le maree sono sempre più alte, la città è su un terreno molle che porta all’abbassamento del livello del suolo della città.
Per fortuna il Mose, progettato nel 1984 con un progetto multimiliardario è in grado di proteggere Venezia da maree fino a 3 metri, ben oltre i record attuali. Dunque nonostante tutti i problemi nella sua realizzazione, il superamento dei costi e i ritardi prolungati, finalmente il Mose, entrato in funzione nell’ottobre 2020, è pronto a difendere Venezia.
Ph. Credit: video YouTube del Corriere
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