Il ritorno sulla Luna entro il 2024 è un argomento alquanto caldo nell’ultimo periodo e le notizie che escono risultano spesso e volentieri contraddittorie. Da un lato c’è l’agenzia spaziale e il governo degli Stati Uniti che vogliano accelerare tale missione mentre dall’altra c’è una parte di governo che vuole bloccare il tutto. La contraddizione non sta tanto in questo che invece risulta naturale dal punto di vista politico, ma piuttosto per il fatto che un giorno sembra che tutto si farà mentre quello dopo sembra invece il contrario.
Anche a questo giro ci troviamo nelle stessa situazione ovvero che poco dopo la notizia che il programma per tale missione sta prendendo ancora più forma ne è comparsa un’altra che punta dalla parte opposta. Come da titolo un dirigente di alto profilo della NASA, un certo Mark Sirangelo, ha abbandonato la nave appena sei settimane dopo la sua assunzione. Tali dimissioni arrivano dopo una bocciatura da parte dei legislatori di una proposta che voleva dividere la dirigenza per le missioni spaziali; una parte si sarebbe occupata esclusivamente delle missioni lunari e una di quelle marziane.
Inizialmente il progetto di ritorno sul nostro satellite era previsto per il 2028, praticamente a dieci anni di distanza ovvero un tempo abbastanza congruente con la messa a punta di una missione. La presidenza Trump però ha voluto accelerare il tutto, forse anche per far sì che in caso di un’eventuale secondo mandato sarebbe stato lui il presidente in carica durante l’effettivo approdo lunare. Per fare questo il governo ha proposto ulteriori fondi ovvero 1,6 miliardi di dollari, ma se questi non arriveranno, a causa dell’opposizione dell’altra fetta di governo, allora il tutto potrebbe slittare di nuovo al 2028.
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