L’enorme e massiccia tempesta di Nettuno, che appare ai telescopi come una grande macchia scura, sta iniziando a comportarsi in modo anomalo. Questo enorme ciclone, identificato per la prima volta dal Telescopio Spaziale Hubble nel 2018, ha infatti improvvisamente cambiato direzione, lasciando gli esperti davvero senza parole.
Nel 2018, quando Hubble avvistò l’enorme macchia scura, si trovava nell’emisfero settentrionale del pianeta. Nel 2019, è stato visto spostarsi verso l’emisfero meridionale di Nettuno, ma nell’agosto 2020 ha iniziato a tornare a nord. Questo ha lasciato perplessi gli astronomi che fino ad ora non avevano mai visto ritornare sui loro passi gli altri punti scuri individuati in passato sul gigante di ghiaccio.
Inoltre i ricercatori hanno identificato anche un altro punto scuro più piccolo. Ritengono che quest’ultimo fosse un tempo parte della tempesta più grande e che da essa si sia separata dando vita ad una tempesta separata.
Michael H. Wong dell’Università della California a Berkeley ha affermato: “Siamo entusiasti di queste osservazioni perché questo frammento oscuro più piccolo è potenzialmente parte del processo di distruzione della macchia scura. Questo è un processo che non è mai stato osservato. Abbiamo visto alcune altre macchie scure svanire e sparire, ma non abbiamo mai visto nulla di interrotto, anche se è previsto nelle simulazioni al computer”.
Le prime macchie scure di Nettuno, furono identificate dalla NASA nel 1989, grazie alle immagini della sonda Voyager 2. In seguito, nel 1994, queste macchie furono regolarmente osservate da Hubble. È da allora che il telescopio spaziale osserva la “Grande macchia scura” e altre macchie scure sul pianeta.
La tempesta in questione, con il suo movimento anomalo, dovrebbe avere secondo i calcoli, un diametro di oltre 7400 km, ed è la quarta osservata su Nettuno dal 1993. Queste tempeste sono diverse da quelle che si originano sulla Terra, anzi sono decisamente al contrario. Si tratta infatti di sistemi ad alta pressione, non di bassa pressione come sul nostro pianeta, e che ruotano in senso orario. Sulla Terra invece le tempeste ruotano in senso antiorario.
In genere le tempeste nettuniane, mentre si muovono verso l’equatore, vanno in contro all’effetto Coriolis, che li indebolisce, e le porta all’esaurimento completo dopo aver raggiunto una cosiddetta “zona di uccisione”. Ma questa tempesta in particolare sembra non sottostare alle stesse regole e, invece di spegnersi, sta tornando verso nord.
I ricercatori, come spiega Wong, non hanno nemmeno la certezza che la tempesta più piccola, con un diametro di oltre 6000 km, si sia originata dalla prima più grande.
La tempesta più piccola infatti si è formata più lontano verso l’equatore e sembra essere “nella stessa regione instabile della prima. Ma non possiamo provare che i due sistemi siano collegati. Rimane un completo mistero”. Si aggiunge quindi un mistero nel mistero.
E sono ancora molti i misteri da svelare su questo pianeta ghiacciato del nostro Sistema Solare, ancora così poco conosciuto ed esplorato. A marzo del 2019, gli scienziati della NASA hanno proposto una missione per l’esplorazione della più grande luna di Nettuno, Tritone, che alcuni hanno teorizzato potrebbe avere un oceano nascosto sotto la superficie.
Foto di WikiImages da Pixabay
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