La Grande Barriera Corallina Australiana non è un’unica enorme entità, ma è bensì composta da circa 3.000 barriere coralline separate. E a tutte quelle già note a biologi marini e ricercatori, ora si aggiunge un altro elemento. Un team dello Schmidt Ocean Institute, ha infatti scoperto una nuova barriera corallina dell’età di circa 120 anni.
Questa nuova barriera corallina, individuata nell’ambito di una missione di un anno per lo studio delle acque sconosciute limitrofe alla Grande Barriera Corallina (GBC) australiana, sembra godere, a differenza della maggioranza della sue sorelle, di un’ottima salute.
Si tratta di una barriera lunga 1,5 chilometri, che sale per ben 500 metri e che a sua volta, sostiene un’altra barriera lunga 300 metri e larga soltanto 15, che si trova a 40 metri dalla superficie del mare.
Il dottor Robin Beaman della James Cook University, a capo di questa ricerca, ha affermato che questa barriera corallina appena scoperta, contiene tutti gli elementi principali che indicano il suo stato di buona salute. Sono infatti presenti coralli duri, coralli molli, pesci e squali. Beaman ritiene infatti che si tratti di una scoperta davvero “sorprendente ed emozionante”.
A differenza dunque della maggior parte delle barriere coralline nella parte settentrionale della GBC, decimate dal catastrofico sbiancamento di massa del 2016 e del 2017, questa in particolare non sembra essere stata intaccata dal fenomeno e presenta intatta una notevole varietà di specie.
La scoperta è avvenuta il 20 ottobre, al termine della mappatura subacquea del fondale della Grande Barriera Corallina settentrionale. La mappatura e le osservazioni sono state realizzate grazie ad un robot sottomarino di nome SuBastian. Beaman, ha affermato che “mappare in 3D la barriera corallina in dettaglio, così come osservare questa scoperta con SuBastian è incredibile”.
Egli ritiene che “lo stato delle nostre conoscenze su cosa si trovi nell’oceano è stato a lungo molto limitato. Grazie alle nuove tecnologie che sono come i nostri occhi, orecchie e mani nell’oceano profondo, abbiamo la capacità di esplorarlo come mai prima d’ora. Nuovi paesaggi oceanici si stanno aprendo a noi, rivelando gli ecosistemi e le diverse forme di vita che condividono con noi il Pianeta”.
Il ritrovamento di una barriera corallina in buona salute e così a lungo passata inosservata e ignorata, è davvero un evento unico ed emozionante e rende ancora più importante studiare le zone limitrofe alla GBC. Quest’area infatti, potrebbe regalarci ancora molte sorprese.
Ph. Credit: Schmidt Ocean Institute
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