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Titano visto da Cassini come il nostro pianeta blu

Titano è la sesta Luna di Saturno, scoperta nel 1655 dal fisico astronomo olandese Huygens grazie al suo telescopio rifrattore. Titano è stato il primo satellite dopo i galileiani di Giove. Gli studi successivi li dobbiamo al matematico, fisico e ingegnere italiano Cassini.

 

 

 

La sonda Huygens-Cassini

Nel 2004 la NASA lanciò la sonda Cassini-Huygens e come dichiarato dai coordinatori della missione, il nome non è casuale. Si è voluto infatti ricordare i due grandi astronomi che lo videro per primo e sottolineare dopo circa 400 anni ancora il velo di mistero del 600. Nonostante le precedenti missioni Voyager infatti ancora non si conosceva niente della sua superficie, atmosfera e regioni.

Grazie alla sonda Cassini per anni si è potuto scoprire l’intera superficie del satellite naturale e numerosi dati. Abbiamo scoperto un continente grande circa quanto la nostra Australia e la concentrazione dell’atmosfera.

 

 

 

La struttura di Titano

Titano orbita attorno a Saturno per 15 giorni e a differenza degli altri satelliti fratelli è condizionato da gravità. Grazie a una piccola sonda staccata dalla sonda madre nel 2005 sappiamo la sua struttura interna. E’ formato da un grosso nucleo di silicio, rivestito da ghiaccio ad alta pressione e acqua liquida.

Sulla superficie troviamo laghi di etano, in una soluzione liquida assieme a metano e altri idrocarburi. L’atmosfera è formata al 95% da azoto e 5% metano, propilene e altri gas. E’ grazie al metano che si crea effetto serra sul pianeta rendendolo più caldo di 20° circa anche se le temperature per noi umani sono ancora fredde.

 

 

 

Le ultime immagini

Dalle ultime immagini registrate nella sonda rientrata l’anno scorso, sono state individuate delle tempeste di sabbia. La sesta luna ricorda per molti aspetti la Terra mentre per i cicli ventosi e queste tempeste il pianeta a noi vicino Marte.

La tempesta è stata di un’entità pari ad essere paragonata a quelle del Sahara e ha dato la medaglia di bronzo al satellite. E’ infatti il terzo pianeta del Sistema Solare in cui si registrano fenomeni simili.

Immagine rilasciata dalla NASA della tempesta di sabbia vista dalla sonda

Non si sa bene se sia presente una forma di vita sviluppatasi appositamente per tali condizioni climatiche ma al momento noi umani non riusciremmo a vivere lì, nonostante le ambientazioni di racconti e film fantascientifici.

Silvia Sanna

Sono una studentessa di ingegneria informatica e avendo studiato alle superiori lingue conosco bene lo spagnolo, l'inglese e discretamente il tedesco. Come vedete dalla mia pagina Instagram mi piace scattare foto ai paesaggi che visito e condividerle con gli altri, soprattutto della mia bella Sardegna. Scrivo articoli di tecnologia e scienza perché mi piace divulgare le conoscenze e informarmi di più sulle notizie che leggo e condividerle con i miei lettori. Nel tempo libero mi piace fare dei piccoli progetti elettronici.

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