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Nuove specie “supergiganti” di isopodi scoperte sul fondo dell’oceano

Una nuova specie “supergigante” di isopode è stata scoperta sul fondo dell’oceano al largo delle coste dell’Indonesia. Il Bathynomus raksasa è 30 volte più grosso del solito. Attualmente si conosce meno del 10% degli oceani al di sotto dei 200 metri. Sebbene gli scienziati continuino a trovare nuove specie in queste aree del nostro pianeta, c’è ancora molto altro da scoprire. Ora, un team di ricercatori ha compiuto un altro passo nell’avventura di svelare i misteri del fondo oceanico.

Al largo della costa dell’Indonesia, gli scienziati hanno scoperto una nuova specie “supergigante” di isopodi, un enorme parente marino dei crostacei. I due esemplari sono stati trovati tra 950 e 1.260 metri di profondità.

I ricercatori hanno chiamato la nuova specie Bathynomus raksasa ed è lunga 36 centimetri. Le sue dimensioni la rendono uno dei più grandi isopodi mai trovati. La maggior parte degli isopodi sono inferiori a dieci millimetri.

Inoltre, presentano altre differenze notevoli, come una “pelle” più liscia e diverse proporzioni e forme del corpo. I risultati dello studio sono stati pubblicati a luglio sulla rivista scientifica ZooKeys.

 

C’è ancora molto da scoprire

L’identificazione di questa nuova specie è un’indicazione di quanto poco sappiamo degli oceani“, afferma Helen Wong, autrice dello studio. “C’è sicuramente molto altro da esplorare in termini di biodiversità sui fondali marini della nostra regione“.

Il team di esperti ribadisce che la scoperta è un esempio di gigantismo offshore, il che suggerisce che le creature che vivono nelle profondità del mare tendono ad essere molto più grandi dei loro parenti in acque poco profonde o in terra. Il Bathynomus raksasa è 30 volte più grande della specie conosciuta più vicina.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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