Appena due anni fa una misteriosa e poco gradevole era comparsa sui cieli di gran parte dei paesi europei. Quando questo avvenne nel 2017 sono sorte soltanto domande e pochissime risposte e tra le risposte mancanti c’era il luogo d’origine. C’erano soltanto delle ipotesi ovvero degli impianti nucleari in Russia i quali erano colpevoli di aver rilasciato accidentalmente nuvola di rutenio 106. Ovviamente le autorità locali avevano negato, ma un nuovo studio ha identificato il colpevole proprio in Russia.
Lo studio condotto da ben 70 scienziati è stato guidato dal ricercatore di radionuclidi Oliver Masson il quale è in forze all’Institut de radioprotection et de sûreté nucléaire francese. Per cercare di scoprire esattamente l’origine sono state esaminate 1.300 letture della nuvola radioattiva registrate da oltre 170 stazioni di misurazioni sparse in quasi 30 paesi.
Ovviamente questo fenomeno non è stato dannoso per la salute umana, ma neanche dell’ambiente, se no a quest’ora se ne starebbe ancora parlando. Detto questo è stato un incidente abbastanza grave e trovarne il responsabile era d’obbligo. Ecco la dichiarazione del team di ricerca: “Sulla base della diffusione della concentrazione nell’aria e di considerazioni chimiche, è possibile supporre che il rilascio sia avvenuto nella regione degli Urali meridionali (Federazione Russa). Le misurazioni indicano la più grande emissione singolare di radioattività da un impianto di ritrattamento civile.”
Secondo la ricostruzione l’incidente è avvenuto verso la fine di settembre, tra il 25 e il 26. Apparentemente finirono alcuni elementi di combustibile esaurito in una fase molto avanzata verso la fine della catena di processo.
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