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Olimpiadi e infortuni: il collegamento dietro alle nuove discipline

Fare sport è importante per la salute, ma di solito quando si pratica sport ad alto livello si mette il proprio corpo molto a rischio. Gli atleti professionisti si mettono in condizioni al limite che spesso e volentieri possono portare a infortuni. Durante le Olimpiadi queste cose succedono spesso e si vede soprattutto quando vengono inserite nuove discipline. Un’analisi dei dati ha notato qualcosa di interessante in merito.

Ovviamente al momento è troppo presto per parlare dell’attuale edizione, e quindi si deve partire dalle Olimpiadi di Tokyo. Hanno partecipato 11.315 atleti alla suddetta edizione e il tasso di infortuni è stato del 9%, in realtà un valore in linea con quelle di Rio, Londra e Pechino, rispettivamente 8%, 11% e 10%. Andando a vedere gli infortuni per singoli sport però, la situazione cambia.

 

Il rischio di infortunio durante le Olimpiadi

il rischio più grande c’è stato per gli atleti degli sport introdotti durante la suddetta edizione, BMX Racing, BMX Freestyle, Skateboard e Karate insieme alla sempre presente Boxe il cui rischio però è facilmente spiegabile. Si parla di discipline che presentano rischi ovvi, ma il fenomeno è anche legato alla minor presenza di contromisure per evitare questo fenomeno a causa della novità.

Le parole del Comitato Olimpico Internazionale: “Bisogna utilizzare questi dati con l’obiettivo di ridurre il rischio in eventi futuri. Ciò sottolinea l’importanza di un monitoraggio continuo e longitudinale di infortuni e malattie, poiché tali variabili potrebbero cambiare nel tempo. Ciò ridurrà la necessità di risorse per implementare contromisure contro i malesseri dovuti al calore da sforzo (sia da parte degli organizzatori dell’evento che degli atleti) e massimizzerà le possibilità degli atleti di raggiungere in sicurezza le loro massime prestazioni.”

Giacomo Ampollini

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