Foto di Nicolas Thomas su Unsplash
Le missioni lunari stanno prendendo piede con le nuove esplorazioni spaziali, ma uno studio recente solleva una questione interessante e potenzialmente preoccupante: i crateri della Luna potrebbero ospitare microbi terrestri, e questo potrebbe complicare gli sforzi di esplorazione.
Un team di ricercatori, presentando i risultati alla 56a Conferenza sulle Scienze Lunari e Planetarie, ha osservato che alcune aree del lato nascosto della Luna, note come regioni permanentemente ombreggiate (PSR), potrebbero avere condizioni ideali per preservare la vita microbica. Questi crateri, che non vedono la luce del sole da miliardi di anni, offrono ambienti estremamente freddi e privi di radiazioni UV, che potrebbero permettere la sopravvivenza di microbi provenienti dalla Terra.
A causa della leggera inclinazione dell’asse lunare, alcune zone della Luna sono in perpetuo buio, proteggendo gli organismi che vi si trovano da dannosi raggi UV. Queste condizioni estremamente fredde e buie potrebbero consentire la conservazione di microbi, come le spore, per decenni, senza che possano attivamente crescere o replicarsi. Sebbene i microbi siano solitamente distrutti nel vuoto spaziale a causa dell’alta temperatura e delle radiazioni, i PSR offrono una protezione che può preservare le strutture cellulari per lunghi periodi.
La scoperta ha due importanti implicazioni. La prima riguarda la ricerca scientifica: la capacità di preservare i microbi potrebbe rendere più difficili gli studi sulla vita oltre la Terra, soprattutto se questi microrganismi terrestri dovessero contaminare ambienti lunari incontaminati. In secondo luogo, la contaminazione potrebbe compromettere gli sforzi di esplorazione lunare, in particolare con l’aumento delle missioni umane.
Le missioni Artemis della NASA, ad esempio, prevedono l’esplorazione di crateri come quelli di Shackleton e Faustini, che sono stati identificati come potenziali obiettivi per future ricerche. Tuttavia, a differenza delle sonde robotiche, che possono essere accuratamente sterilizzate, gli astronauti difficilmente possono essere completamente decontaminati, portando inevitabilmente microbi terrestri con sé.
Il rischio non è solo ipotetico. La missione LCROSS della NASA nel 2009, che ha lanciato un impatto nel cratere PSR Cabeus, potrebbe aver già introdotto microbi terrestri in queste regioni. Sebbene la probabilità che le spore sopravvivano dopo un impatto ad alta velocità sia bassa, gli studi suggeriscono che alcune potrebbero essere riuscite a persistere nelle condizioni favorevoli dei PSR.
Gli esperti, come John Moores, scienziato planetario presso l’Università di York, sottolineano l’importanza di proteggere non solo la Terra, ma anche la Luna. La contaminazione potrebbe compromettere la ricerca scientifica in corso, in particolare quella relativa all’analisi del ghiaccio lunare e alla comprensione della storia della Luna e delle origini delle molecole organiche nel nostro Sistema Solare.
Con l’intensificarsi delle esplorazioni umane, è fondamentale considerare non solo gli impatti tecnologici delle missioni, ma anche le potenziali implicazioni biologiche per gli ambienti lunari.
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