Secondo il capo dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), l’ondata di caldo che sta investendo il Vecchio Continente, con una media di temperature attorno ai 40 gradi Celsius, diventerà presto la “nuova normalità”.
Nei giorni scorsi in tutto il continente europeo sono stati segnalati caldo estremo diffuso, incendi e stress sul sistema sanitario. Lo scorso martedì è stato registrato un record di 40,3°C nel Regno Unito. Il prof. Petteri Taalas, dell’OMM ha affermato che “abbiamo infranto un massimo storico nel Regno Unito. Le ondate di calore si verificheranno più frequentemente a causa del cambiamento climatico. La connessione è stata chiaramente dimostrata dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change)”.
Le alte pressioni stabili, e l’ondata di caldo che da esse deriva, dureranno per diversi giorni. Le temperature più alte sono state sino ad ora registrate in Francia con temperature comprese tra 36°C e 40°C e quasi tutto il paese nella morsa dell’ondata di caldo.
Secondo Météo France, come afferma Bob Stefanski, capo degli Applied Climate Services presso l’OMM, “l’ondata di caldo continuerà almeno fino alla metà della prossima settimana con temperature elevate continue in gran parte dell’Europa occidentale. Una situazione allarmante dato che mancano oltre 40 giorni alla fine dell’estate meteorologica”.
Taalas avverte che “in futuro, questo tipo di ondate di calore sarà normale. Assisteremo ad estremi più forti. Abbiamo pompato così tanta anidride carbonica nell’atmosfera che il trend negativo continuerà per decenni. Non siamo stati in grado di ridurre le nostre emissioni a livello globale. Spero che questo sia un campanello d’allarme per i governi e che abbia un impatto sui comportamenti di voto nei paesi democratici”.
Secondo l’IPCC le temperature aumenteranno più rapidamente nelle aree europee che altrove. Nel Mediterraneo, una preoccupante combinazione di condizioni dovute ai cambiamenti climatici come il riscaldamento, le temperature estreme, l’aumento della siccità e dell’aridità, la diminuzione delle precipitazioni, l’aumento degli incendi, l’aumento del livello medio ed estremo del mare, la diminuzione del manto nevoso e la diminuzione della velocità del vento, sono previsti per la metà del secolo se il riscaldamento globale supererà i 2°C.
Il rapporto speciale dell’IPCC sugli estremi mostra anche che le ondate di calore saranno più frequenti, più lunghe e più intense nel 21° secolo. Saranno necessari sistemi di allerta precoce e sistemi sanitari rafforzati.
Ondate di caldo come quella che stiamo attraversando hanno inoltre un impatto notevole sull’inquinamento e sulla salute dei cittadini. Come spiega Robert Stefanski, capo di Applied Climate Services alla OMM, “un’atmosfera stabile e stagnante intrappola gli inquinanti atmosferici, compreso il particolato, determinando un degrado della qualità dell’aria. I raggi solari portano alla formazione di ozono. Entrambi hanno un impatto negativo sulla salute, in particolare tra le persone vulnerabili”.
Le ondate di calore mettono inoltre a dura prova i sistemi sanitari nazionali dei paesi colpiti. Maria Neira, Direttore dell’ambiente e della salute dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), spiega infatti che “quando un’ondata di caldo si accompagna a livelli elevati di inquinamento, esacerba le malattie e le condizioni respiratorie, cardiovascolari, soprattutto nei grandi spazi urbani che non sono adatti a far fronte a queste alte temperature.”
“Stiamo avvisando da molto tempo che i cambiamenti climatici stanno gravemente danneggiando la salute umana e pertanto sarà estremamente importante adottare misure per raggiungere lo zero carbon e accelerare la transizione verso fonti di energia pulite e rinnovabili”.
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