La cittadina statunitense Amy Christie Hunter, ha immortalato l’immagine di una particolarissima formazione atmosferica sopra le Smith Mountain nello stato della Virginia. Quelle fotografate dalla sig.ra Hunter sono delle nuvole a forma di onda che ricordano in modo spettacolare, quelle del dipinto “La Notte Stellata” di Vincent Van Gogh.
Questo particolare fenomeno è conosciuto come instabilità di Kelvin-Helmholtz ed è un tipo di instabilità fluidodinamica che si presenta quando i diversi strati di un fluido sono in moto relativo gli uni rispetto agli altri. Fu scoperta e studiata da Lord Kelvin e da Helmholtz.
L’esempio più semplice che si può concepire, in due dimensioni, è quello di due fluidi ideali con un interfaccia piana ed una differenza di velocità uniforme tra loro. Quando l’interfaccia piatta che separa i due fluidi viene perturbata, le particelle di fluido che avevano una velocità nulla, finiranno col trovarsi in una regione dove vi era invece una velocità finita. Lo scompenso di queste particelle crea un’instabilità che alimenta l’ampiezza della perturbazione portando le particelle delle due diverse regioni a mischiarsi tra loro, formando dei vortici e facendo perdere definitivamente la configurazione che era presente all’inizio.
È proprio grazie a questo fenomeno che si sono formate le straordinarie nuvole ritratte dalla sig.ra Hunter, che sembrano delle onde appoggiate delicatamente sulle montagne, in netto contrasto con il cielo scuro ed il verde della vegetazione. Una formazione nuvolosa rara e affascinante, immortalata anche dal pittore olandese nel 1889, che la rese famosa quindi grazie alla sua celebre “Notte Stellata”.
La stessa Amy Hunter è rimasta affascinata dall’evento ed ha affermato ai giornali locali di aver “notato le nuvole che si stavano formando, non riuscivo a crederci. Ho afferrato il mio iPhone per scattare un paio di foto. Pochi minuti dopo è apparso un arcobaleno. È stato davvero incredibile. Sono stata fortunata a vederlo! La formazione delle nuvole era davvero incredibile, non potevo credere a quello che stavo vedendo. Non avevo idea che esistesse un nome scientifico per questo“.
La sig,ra Hunter si è resa conto di quanto fosse particolare l’evento meteorologico fotografato, dopo aver postato la foto sui social ed aver scoperto lo straordinario interesse suscitato dalla sua immagine. Molti infatti i giornali e telegiornali che l’hanno contattata tramite il suo post su Facebook.
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