Sin dal giorno in cui il misterioso corpo spaziale chiamato ‘Oumuamua è stato rilevato per la prima volta, gli scienziati hanno cominciato a discutere sulle sue origini, tutt’ora avvolte da un alone di mistero. Mettendo in discussione una recente teoria in proposito, uno studio pubblicato su The Astrophysical Journal Letters ha dubitato dell’idea che ‘Oumuamua sia composto da ghiaccio molecolare di idrogeno, teoria avanzata per la prima volta ad aprile.
“La teoria di Darryl Seligman e Gregory Laughlin sembrava promettente perchè avrebbe potuto spiegare la bizzarra forma allungata di ‘Oumuamua“, ha dichiarato il dottor Thiem Hoang, ricercatore presso il Korea Astronomy and Space Science Institute (KASI) e autore dello studio. “Tuttavia, la loro idea si basa sul presupposto che il ghiaccio H2 si formi in dense nubi molecolari. Se questo fosse vero, i corpi celesti composti da ghiaccio H2 dovrebbero essere abbondanti nell’universo, con implicazioni di vasta portata, soprattutto nel campo di studio della materia oscura“.
Il dottor Avi Loeb, coautore del nuovo studio, ha poi dichiarato che i ricercatori volevano verificare proprio queste ultime conseguenze. “Sospettavamo che questi iceberg spaziali di idrogeno non potessero sopravvivere al viaggio spaziale, dal momento che evaporano troppo rapidamente“, ha aggiunto Loeb. “Penso che mentre Hoang e Loeb abbiano sollevato punti convincenti e incisivi, ma c’è ancora, a mio avviso, un’alta probabilità che l’ipotesi del ghiaccio H2 sia corretta“, ha dichiarato Laughlin in un’intervista.
Nel novembre 2018, uno studio pubblicato da Loeb e altri colleghi presso l’Harvard Smithsonian Center for Astrophysics ha suggerito che ‘Oumuamua potrebbe essere “una vela di origine artificiale, inviata da un’altra civiltà”. Tuttavia, il ricercatore che ha scoperto ‘Oumuamua, il fisico e astronomo canadese Robert Weryk, sostiene che l’idea che l’oggetto possa provenire da un’altra civiltà sia solo mera speculazione. ‘Oumuamua, che significa “esploratore” in hawaiano, è stato classificato per la prima volta come un asteroide quando è stato individuato nel 2017, mentre viaggiava a circa 196.000 metri al secondo nello spazio, ma recentemente è stato considerato più simile ad una cometa.
Il luogo della sua origine resta tutt’oggi un mistero, anche se alcuni scienziati hanno suggerito che potrebbe provenire dalla nube molecolare gigante W51, sita a 17.000 anni luce dalla Terra. Tuttavia, la teoria divide la comunità scientifica. “Il luogo ideale in cui corpi composti da ghiaccio molecolare di idrogeno possono formarsi sono le cosiddette nubi molecolari“, ha aggiunto Loeb. “La sublimazione termica mediante riscaldamento collisionale in questi ammassi tuttavia potrebbe distruggere gli iceberg di idrogeno molecolare delle dimensioni di ‘Oumuamua prima della loro fuga nello spazio aperto“, ha continuato Loeb.
Qualunque sia l’origine di ‘Oumuamua, Loeb è sicuro che altri oggetti simili verranno scoperti a breve. “Se ‘Oumuamua fa parte di una categoria di oggetti celesti simili, allora l’Osservatorio Vera C. Rubin, che dovrebbe vedere la luce l’anno prossimo, dovrebbe rilevare un oggetto simile a’ Oumuamua circa ogni mese “, ha spiegato il ricercatore. “Aspetteremo tutti con trepidazione per vedere cosa troverà“.
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