Foto di Haberdoedas su Unsplash
Negli ultimi anni, l’Ozempic ha attirato l’attenzione soprattutto per il suo impiego nella perdita di peso, ma una nuova ricerca apre scenari promettenti ben oltre il controllo glicemico. Secondo uno studio pubblicato di recente, l’utilizzo di semaglutide — il principio attivo di Ozempic — sarebbe associato a un rischio ridotto di sviluppare il morbo di Alzheimer.
La scoperta arriva da un’analisi condotta su migliaia di pazienti con diabete di tipo 2, i quali assumevano regolarmente farmaci agonisti del recettore GLP-1, come l’Ozempic. I risultati indicano che, rispetto ad altri trattamenti, questi pazienti mostravano un’incidenza significativamente più bassa di diagnosi di Alzheimer nel lungo periodo.
Il GLP-1 è un ormone intestinale che stimola la secrezione di insulina e aiuta a regolare i livelli di zucchero nel sangue. Ma negli ultimi anni, gli scienziati hanno osservato che questo tipo di farmaci potrebbe anche esercitare effetti protettivi a livello cerebrale, riducendo l’infiammazione e migliorando la funzione neuronale.
In particolare, la semaglutide sembra agire su alcuni dei meccanismi chiave coinvolti nella neurodegenerazione, come l’accumulo di proteine tossiche (come la beta-amiloide) e lo stress ossidativo, entrambi noti per il loro ruolo nell’evoluzione dell’Alzheimer. Questi effetti neuroprotettivi sono al centro di nuovi studi clinici già in corso.
Nonostante l’entusiasmo, gli esperti sottolineano che è presto per trarre conclusioni definitive. Lo studio attuale è di tipo osservazionale, il che significa che mostra una correlazione, ma non prova un nesso causale diretto tra l’uso di Ozempic e la riduzione del rischio di Alzheimer. Serviranno ulteriori ricerche controllate per confermare i risultati.
Tuttavia, la prospettiva è promettente: se futuri studi clinici confermeranno questi effetti, il semaglutide potrebbe diventare parte di una strategia più ampia nella prevenzione delle demenze, offrendo speranza a milioni di persone a rischio in tutto il mondo.
Nel frattempo, l’uso di Ozempic deve restare limitato alle indicazioni approvate, ovvero il trattamento del diabete di tipo 2 e, in alcune formulazioni, dell’obesità. Ma è evidente che il potenziale di questo farmaco va ben oltre, e la scienza è appena agli inizi nel comprendere l’impatto a lungo termine di questi nuovi trattamenti anche sulla salute del cervello.
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