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Parkinson e l’arco temporale di origine della malattia

Sostanzialmente per tutte le malattie, prima si arriva a una diagnosi e più le speranze di guarigione migliorano e o si velocizzano. Per alcune malattie però il punto non è uno di questi due, ma anticipare significa riuscire a mitigare i sintomi in quanto una reale cura non esiste ancora. Un esempio è il morbo di Parkinson, o quello di Alzheimer, e con uno studio si potrebbe effettivamente riuscire a riconoscere la malattia molto prima del solito.

Una ricerca portata avanti da ricercatori statunitensi e canadesi ha visto qualcosa in alcuni neuroni di alcune persone e secondo loro potrebbe anticipare la manifestazione dei sintomi del Parkinson. Si tratterebbe di un malfunzionamento delle sinapsi dei neuroni dedicati alla produzione di dopamina che a sua volta porta a un accumulo di sostanze tossiche.

 

Anticipare il morbo di Parkinson

Le parole dei ricercatori: “Abbiamo dimostrato che le sinapsi dopaminergiche diventano disfunzionali prima che si verifichi la morte neuronale. Sulla base di questi risultati, ipotizziamo che colpire le sinapsi disfunzionali prima che i neuroni siano degenerati possa rappresentare una strategia terapeutica migliore. Ora dobbiamo sviluppare farmaci che stimolino questo percorso, correggano la disfunzione sinaptica e, si spera, prevengano la degenerazione neuronale nel Parkinson”.

Questo meccanismo specifico dietro al morbo di Parkinson non era conosciuto e questo di fatto apre nuove strade di studio. Ovviamente non è di per sé un’ottima notizia visto che succede spesso con questo tipo di malattie, ma offre sicuramente nuove speranze considerando il numero di persone che ogni anno nel mondo ricevono questo tipo di diagnosi.

Giacomo Ampollini

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