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Particella di Odderon: finalmente i ricercatori ne svelano la sua ambiguità

Per 50 anni, la comunità di ricerca ha cercato senza successo la cosiddetta particella di Odderon. Ora, un gruppo di ricerca svedese-ungherese ha scoperto la mitica particella con l’aiuto di un’ampia analisi dei dati sperimentali dal Large Hadron Collider al CERN in Svizzera.

 

Un po’ di storia della particella Odderon

Nel 1973, due fisici delle particelle francesi scoprirono che, secondo i loro calcoli, esisteva una quasi-particella precedentemente sconosciuta. La scoperta scatenò così una vera e propria caccia internazionale.

La particella Odderon è ciò che si forma brevemente quando i protoni si scontrano in collisioni ad alta energia e in alcuni casi non si frantumano, ma rimbalzano l’un l’altra e si disperdono. I protoni sono costituiti da quark e gluoni, che formano brevemente particelle di Odderon e Pomeron.

E ora un gruppo di ricerca, che coinvolge ricercatori dell’Università di Lund, è riuscito a identificare proprio la particella Odderon, in connessione con uno studio avanzato di analisi dei dati presso l’acceleratore di particelle CERN. “Questa è una pietra miliare della fisica delle particelle! È fantastico contribuire a una maggiore comprensione della materia; gli elementi costitutivi fondamentali del nostro mondo“, afferma Roman Pasechnik, ricercatore di fisica delle particelle presso l’Università di Lund.

Attraverso ampie analisi dei dati sulle collisioni elastiche protone-protone e protone-antiprotone, i ricercatori sono stati così in grado di perfezionare la nuova particella. L’analisi ha richiesto diversi mesi, ma alla fine ha dato i suoi frutti. “Abbiamo lavorato con alcuni dei migliori fisici delle particelle al mondo. Sono rimasti sbalorditi quando abbiamo pubblicato i nostri risultati“, conclude Roman Pasechnik.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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