Una storia che ha del grottesco. Succede in India e la vittima è un uomo di 40 anni in cura presso l’ospedale governativo perché si sospettava che avesse contratto il Covid-19, la malattia che potrebbe sorgere dopo essere entrati in contatto con il coronavirus. La famiglia che era andato a trovarlo, per il troppo caldo ha staccato il ventilatore polmonare per attaccarne una per fare aria.
Nonostante il successivo risultato negativo dei test, l’uomo soffriva comunque di una patologia grave e per respirare gli serve il ventilatore polmonare tanto che era stato trasferito in un reparto di terapia intensiva. In questo reparto però, a detta dei familiari, faceva troppo caldo.
Per cercare di rendere più confortevole il soggiorno dell’uomo, la famiglia decise di comprare qualcosa per raffreddare la stanza, probabilmente un ventilatore normale. Per attaccarlo, visto che non c’erano prese a disposizione, hanno staccato quella del macchinario che lo teneva in vita.
Il ventilatore polmonare ha continuato ad andare con la batteria di emergenza, ma dopo mezz’ora si è spento. Appena si spense, i medici si accorsero che c’era qualcosa che non andava, ma per l’uomo era già troppo tardi. Era morto. Provarono a rianimarlo con la rianimazione cardiopolmonare, ma non è servita.
La dinamica del caso non è totalmente chiara, ma la procura della città dell’ospedale è intervenuta. Quello che sembra ovvio è che i familiari non hanno chiesto ai medici presenti nel reparto di attaccare il ventilatore facendo quindi di testa loro e portando alla morte del familiare.
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