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I 2 pericoli principali di Internet: le immagini violente e le troppe ore sugli schermi

Il portale Tech Tent esplora l’impatto di Internet sulla salute mentale degli utenti. Questa settimana si è occupato degli effetti dannosi dei social media, analizzando il caso di una quattordicenne. Ossia Molly Russell, che si è tolta la vita nel 2017.

Suo padre crede che le immagini di autolesionismo che ha visto su Instagram e altri siti di social media abbiano aiutato a uccidere sua figlia. Dopo aver aumentato la pressione per agire, Instagram – che è di proprietà di Facebook – ora dice che rimuoverà le immagini violente e autolesioniste. Il suo capo Adam Mosseri, ha detto che un materiale in cui le persone raccontano le loro esperienze di recupero rimarranno, ma saranno più difficile da trovare.

 

I danni di internet: le troppe ore passate davanti a uno schermo

L’altro dibattito riguarda gli effetti dannosi del troppo tempo speso a fissare gli schermi su smartphone e altri dispositivi. Questa settimana ci sono stati consigli del governo sulla questione del tempo di proiezione dei quattro principali medici del Regno Unito. Compresa l’inglese Sally Davies.

Ha ammesso che c’erano poche ricerche accademiche sul fatto che il tempo eccessivo speso a guardare gli schermi fosse dannoso. Ma avesse al contempo poche regole semplici. I bambini non dovrebbero trascorrere più di due ore alla volta sugli schermi e non dovrebbero essere autorizzati a portare i telefoni a letto. Per quanto riguarda gli adulti, dovrebbero dare il buon esempio mettendo via i loro telefoni ai pasti.

Ma Cal Newport pensa che tutti abbiamo bisogno di ripensare al nostro rapporto con i nostri dispositivi. Il suo nuovo libro Digital Minimalism punta a far funzionare la tecnologia per te e non viceversa.

Il primo suggerimento è quello di ripulire il tuo smartphone:

“Togli il telefono da qualsiasi app dove qualcuno fa soldi quando fai clic su di esso. Si basano sulla capacità di queste aziende di provare a catturare il tuo tempo e la tua attenzione in ogni momento di interruzione. In ogni angolo di potenziale solitudine.”

 

Luca Scialò

Sociologo, blogger e articolista

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