La possibilità di incontrare forme di vita aliena aleggia nei sogni e nelle speranze di tante persone comuni, ma anche degli scienziati stessi. Molti dei quali sperano di vedere scritto il proprio nome in caso di un primo storico contatto con essi.
E così, dagli anni ’50 in poi, si sono moltiplicati romanzi, film, articoli di riviste autorevoli, fake news e quant’altro.
Tuttavia, una ricerca pubblicata lo scorso dicembre, sembra proprio voler spegnere ogni sogno di contatto con gli alieni. Arrivando a dimostrare che non è detto che pianeti alieni ricchi di ossigeno debbano per forza ospitare forme di vita aliena vivente. Vediamo come si è svolta.
A spiegare la ricerca ci pensa l’autore principale dello studio, Chao He:
“Le persone suggerivano che l’ossigeno e gli elementi organici presenti insieme indicavano la vita, ma li abbiamo prodotti abioticamente in più simulazioni (…) Questo suggerisce che anche la compresenza di biosegnazioni comunemente accettate potrebbe essere un falso positivo per la vita.”
L’atmosfera della Terra è composta da diversi elementi ma è circa il 20 percento di ossigeno (il resto è in gran parte composto da azoto, argon e carbonio). Così gli scienziati hanno teorizzato a lungo che la presenza di ossigeno potrebbe indicare l’esistenza della vita, ma il suo lavoro lo porta a credere altrimenti.
E gli altri ricercatori hanno eseguito un esperimento di simulazione, testando nove diverse miscele di gas che sono “coerente con le previsioni per le atmosfere di extraterrestri di tipo Super-Earth e mini-Neptune“.
Ogni miscela conteneva acqua, anidride carbonica, ammoniaca e metano e veniva riscaldata a varie temperature, che andavano da 80 a 700 gradi Fahrenheit.
Dopo essere stata introdotta nella camera Planetary HAZE (PHAZER) per tre giorni ed esposta a due tipi di energia – plasma e La luce UV – i ricercatori hanno scoperto che i vari composti generano ossigeno e sostanze organiche, tra cui formaldeide e acido cianidrico.
Lo studio perviene a queste conclusioni:
“I nostri risultati di laboratorio indicano che la complessa fotochimica atmosferica può verificarsi in diverse atmosfere di extranet e portare alla formazione di nuovi prodotti gassosi e particelle di foschia, compresi i composti (O2 e sostanze organiche) che potrebbero essere falsamente identificati come biosignature”.
Non è la prima volta che una ricerca perviene a tale conclusione. Che gela quanti sperano in un contatto con gli alieni. Infatti, un anno fa, ad inizio 2018, un altro studio ha dimostrato che l’ossigeno potrebbe non essere l’unico precursore della vita.
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