Piantare nuovi alberi potrebbe effettivamente salvare il pianeta. Questo concetto è già stato espresso da diversi studi, ma uno recente sta continuando a ribadire tutto questo. Detto così sembra un lavoro facile, a leggere i numeri lo sembra un po’ di meno, ma in realtà continua ad essere un’alternativa facilmente applicabile che potrebbe risparmiarci decenni di sofferenze. In ogni caso, lo studio condotto da un team di ricercatore guidato da Thomas Crowther dell’ETH di Zurigo sottolinea come piantare 4,4 miliardi di ettari è la soluzione.
Coprire una cosa così vasta superficie del nostro pianeta con alberi causerebbe un enorme consumo di anidride carbonica da parte di quest’ultimi. Utilizzato dalle piante per produrre in ossigeno, una parte rimane comunque intrappolata nel legno e in altri materiali organici, ergo non finisce nell’atmosfera a favorire l’effetto serra. Detto questo però c’è un problema e si tratta nelle tempistiche.
Tale studio era già stato presentato all’inizio dell’anno, ma adesso, dopo tutti questi mesi di distanza, i risultato finale è stato pubblicato. Sebbene ci venga indicato una realtà possibilità di ridurre gli effetti del nostro operato sul pianeta, rimane un problema. Le condizioni stanno mutando fin troppo rapidamente e nel giro di poco anche gli attuali polmoni verdi presenti potrebbero soccombere sotto il peso del clima.
Piantare anche solo 0,9 miliardi di ettari di alberi potrebbero assorbire dall’atmosfera circa 200 gigatonnellate di carbonio. Se l’uomo andasse in contro ad una frenesia da forestazione potrebbe effettivamente ridurre in modo consistente tutti i cambiamenti che stiamo vivendo ora. Per salvare il pianeta basterebbero forse 2 miliardi di ettari, ma per curarlo ce ne vogliono di più.
Ecco una dichiarazione di Thomas Crowther: “È di vitale importanza proteggere le foreste che esistono oggi, perseguire altre soluzioni climatiche e continuare a eliminare i combustibili fossili dalle nostre economie per evitare pericolosi cambiamenti climatici”, afferma Crowther. Se agiamo ora, questo potrebbe ridurre l’anidride carbonica nell’atmosfera fino al 25 percento, fino ai livelli visti quasi un secolo fa”.
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