Secondo un recente studio, molte popolazioni di uccelli che vivono in zone urbane, o in loro prossimità, sarebbero portatori di batteri super resistenti, causa di infezioni anche gravi nell’uomo. Tra le specie di uccelli coinvolti vi sarebbero anche gabbiani, piccioni e anche i pinguini.
Il ricercatore antimicrobico Sam Abraham della Murdoch University, ed il suo team, nel loro studio sono andati alla ricerca dei marcatori genetici di alcuni batteri super resistenti, simili a quelli dell’uomo, in alcune specie di uccelli. Il risultato ha mostrato che gli uccelli sono portatori di molte di queste malattie.
Ad esempio il team della Murdoch University ha scoperto che il 50% dei gabbiani di Penguin Island, una popolare destinazione turistica metropolitana, era portatore di Escherichia coli, mentre all’inizio delle loro ricerche avevano osservato una percentuale molto più bassa, attorno al 20%. Non solo aumenta il numero di gabbiani infetti, ma essi lo trasmettono ad altri uccelli.
Come ha affermato lo stesso Abraham, “le prove indicano che la catena di trasmissione inizia con gli uccelli che vengono infettati dai rifiuti umani e poi diffondono ulteriormente i batteri in tutto l’ambiente”. Abraham avverte che il rischio è che questi uccelli possano trasmettere questi batteri super resistenti all’uomo, oppure ai suoi animali domestici o da cortile.
I ricercatori non sono ancora certi del modo in cui gli uccelli siano venuti a contatto con batteri che infettano l’uomo. Ma ritengono sia probabile che si siano infettati nelle discariche, in particolare da rifiuti come i pannolini. Sappiamo infatti che i gabbiani sono assidui frequentatori delle discariche.
Dopo essersi infettati, i gabbiani diffondono il batterio ad altre specie di uccelli come i piccioni e i pinguini, che invece non frequentano affatto luoghi come le discariche. Secondo Abraham “i gabbiani potrebbero raccogliere i batteri dagli esseri umani e poi trasferirli ad altre specie di uccelli nelle colonie di riproduzione o nei punti di abbeveraggio”.
I batteri trasportati dagli uccelli trovati da Abraham ed il suo team, sono stati identificati come la causa di gravi infezioni negli esseri umani come infezioni del tratto urinario e sepsi. L’aspetto preoccupante non è solo questo però, la loro presenza nella fauna selvatica infatti ridurrà ulteriormente il tempo in cui gli antibiotici saranno ancora efficaci contro queste malattie.
A conferma del fatto che gli uccelli prendano i batteri in ambienti urbani vi è il fatto di aver scoperto che le sterne invece, non erano affatto portatrici di batteri. Questi uccelli marini infatti si nutrono soltanto in mare e distanti dall’attività umana, suggerendo che i batteri vengono trasmessi attraverso l’acqua contaminata e la spazzatura e aggiungendo ulteriore peso all’ipotesi che la contaminazione attraverso fonti umane sia il fattore iniziale.
Foto di Paul Schalles da Pixabay
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