Il Fish and Wildlife Service degli Stati Uniti ha concesso la sua protezione alla specie di pinguini più alti e pesanti del mondo, i pinguini imperatore. Questi maestosi uccelli, in grado di sfidare le burrasche e le gelide temperature del’Antartide, vedono infatti minacciata la loro esistenza a causa dei cambiamenti climatici in corso.
Secondo il Fish and Wildlife Service degli Stati Uniti infatti, lo scioglimento del ghiaccio marino sconvolge l’habitat da cui dipendono i pinguini imperatore per riprodursi, nutrirsi e proteggersi dai predatori.
Per Martha Williams, direttrice dell’agenzia federale per la fauna selvatica, l’ente che ha deciso di proteggere questo famoso uccello marino secondo le specifiche dell’Endangered Species Act, “questo elenco riflette la crescente crisi di estinzione. Il cambiamento climatico sta avendo un profondo impatto sulle specie in tutto il mondo”.
È già dal 2011 che il Center for Biological Diversity ha presentato una petizione al Fish and Wildlife per proteggere il pinguino imperatore sostenendo che la perdita di ghiaccio rappresenterà un rischio per la sopravvivenza a lungo termine di questo maestoso uccello.
E finalmente anche l’agenzia statunitense ha acconsentito ad introdurre il pinguino imperatore tra le specie a rischio. Al momento non è ancora chiaro però, quali saranno le misure che verranno adottate per proteggere il loro habitat.
Se la situazione dovesse infatti rimanere quella attuale, senza alcuna diminuzione nell’emissione dei gas serra, i pinguini imperatore potrebbero estinguersi entro il 2100. Nonostante infatti l’Antartico si sia dimostrato più resistente dell’Artico allo scioglimento, quasi tutte le colonie di pinguini imperatore nel continente meridionale sarebbero fortemente a rischio.
In questo momento, la popolazione del pinguino sembra stabile, con un numero di individui tra i 625.000 e i 650.000 in Antartide. Ma le previsioni per il futuro sono tutt’altro che rosee. Ad esempio la rottura del ghiaccio marino prima che i pulcini fossero pronti a nuotare, avvenuta ad Halley Bay e Cape Crozier, ha portato a problemi riproduttivi per questi uccelli negli ultimi anni.
Secondo gli esperti dunque, andranno prese in considerazione misure per combattere l’aumento delle temperature, porre dei limiti sulla pesca del krill in Antartide e costringere i funzionari statunitensi a valutare le implicazioni climatiche dei progetti federali prima di approvarli. Misure rapide ed efficienti potrebbero salvare il destino dei pinguini imperatore e di molte altre specie, forse inclusa quella umana.
Foto di Siggy Nowak da Pixabay
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