Grazie ad una nuova tecnologia di mappatura satellitare, un team di ricercatori impegnati nello studio delle popolazioni di pinguini imperatore in Antartide, ha scoperto 11 nuove colonie grazie alle immagini scattate dal satellite Copernicus Sentinel-2 della Commissione Europea.
Si tratta di una scoperta molto importante per i ricercatori impegnati nella ricerca delle ripercussioni che i cambiamenti climatici ed ecologici hanno sulle dimensioni delle popolazioni dei pinguini al Polo Sud.
Come ha confermato anche Peter Fretwell, principale autore dello studio e geografo del British Antarctic Survey (BAS), “si tratta di una scoperta entusiasmante. Le nuove immagini satellitari della costa dell’Antartide ci hanno permesso di trovare queste nuove colonie. Ma anche se questa è una buona notizia, le colonie sono piccole e quindi il conteggio della popolazione complessiva è aumentato del 5-10% fino a poco più di mezzo milione di pinguini”.
Questo tipo di indagini satellitari rappresentano davvero un grande passo avanti nello studio delle popolazioni di pinguini imperatore. Fino adesso infatti, le temperature proibitive a cui vivono e si riproducono questi uccelli (anche fino a -50 °C), hanno reso non poco difficoltose le indagini dei biologi. I primi approcci con le tecniche satellitari furono la ricerca delle macchie di guano sul ghiaccio per l’identificazione di nuove colonie.
Purtroppo, nonostante la scoperta di nuove colonie di pinguini imperatore, secondo la IUCN questa specie rimane a rischio. I loro luoghi di riproduzione infatti, rimangono fortemente minacciati in quanto, così come anche le stesse popolazioni, si trovano lungo la costa. Queste aree sono molto più esposte allo scioglimento dovuto ai cambiamenti climatici e al riscaldamento globale e rischiano lo scioglimento.
Ad esempio nella penisola occidentale dell’Antartide le temperature medie annue sono aumentate di quasi 3 °C, ovvero un riscaldamento di 10 volte maggiore rispetto al resto della Terra. Per questo motivo secondo è importante studiare i pinguini imperatore, in quanto la salute di queste popolazioni ci da un’informazione indiretta sulla velocità con cui i cambiamenti climatici avanzano.
Immagine: Foto di Siggy Nowak da Pixabay
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