Roma è famosa per diversi motivi, una lunga lista che non ha senso sottolineare ora, ma tra i tanti ci sono anche i pini marittimi. Ovunque ci si giri ce n’è almeno uno. Se da un lato sono un problema per le strade, rimangono comunque un’icona della città, un’icona a rischio a causa di un insetto, la cocciniglia tartaruga.
Questi insetti sono originaria del Nord America e sono in grado di uccidere gli alberi più deboli in appena due o tre anni. In migliaia vanno incontro alla distruzione a causa di questa piaga, una sentenza se non si agisce per impedirlo.
L’uccisione dei pini romani sarebbe solo un’altra tappa degli insetti. Sono arrivati nel nostro paese solo cinque anni fa, ma hanno già fatto danni a Napoli. Il motivo della loro pericolosità è il fatto che riescono a succhiare la linfa dell’albero, anche quella più profonda. Nello stesso momento, gli escrementi prodotti si accumulano sulla corteccia ammuffendo e impendo il processo di fotosintesi.
Purtroppo questi alberi non hanno difese naturali contro questi insetti visto che nella loro storia non li hanno mai affrontati. Le vie percorribili sono due al momento, con allo studio una terza. O si aspetta l”arrivo delle temperature più alte che le cocciniglie tartaruga non possono sopportare, ma questo vuol dire che nel corso di questi mesi i pini subirebbero danni pesanti. L’altra possibilità è l’uso di agenti chimici.
L’idea sarebbe iniettare un veleno all’interno della corteccia che gli insetti finirebbero per succhiare e poi morire. Il problema è che l’efficacia di tale metodo è solo del 30% al massimo e al tempo stesso non si può usare nelle zone abitate in quanto è tossico. Rimane provare a usare nemici naturali degli insetti, ma bisogna studiare un piano.
Ph. credit: Phys.org
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