Gli scienziati sostengono che diversi sciami di meteore possano colpire la Terra durante quest’anno, molto più spesso di quanto si sia verificato negli anni passati, dopo aver scoperto che uno dei crateri più grandi del mondo è di circa 180.000 anni più giovane di quanto facessero supporre i rilevamenti precedenti. Il dottor Tim Barrows, dell’Università di Portsmouth, ha usato due tecniche di datazione per stabilire che il cratere di Wolfe Creek, nell’Australia settentrionale, è antico di 120.000 anni e non di 300.000.
Barrows ha spiegato che il cratere sarebbe probabilmente stato creato da una meteora di circa 15 metri di diametro, dal peso di 14.000 tonnellate. Per lo studio, pubblicato sulla rivista Meteoritics & Planetary Science, i ricercatori hanno raccolto campioni da tutto il cratere e sono stati in grado di determinare l’età della sabbia sepolta dopo l’impatto attraverso una tecnica di datazione che calcola quanto tempo fa il sedimento è stato esposto l’ultima volta alla luce solare.
Il dottor Barrows ha poi dichiarato: “Il cratere si trova in condizioni di conservazione del tutto peculiari, ragion per cui possiamo usare diverse tecniche per determinare la sua età“. Il cratere Wolfe Creek è infatti parte di uno dei sette gruppi di crateri da impatto in Australia risalenti agli ultimi 120.000 anni. Partendo da queste poche informazioni, i ricercatori sono stati in grado di calcolare la frequenza con cui si verificano questi eventi, capaci di creare questo tipo di crateri.
Barrows ha spiegato che le meteore potrebbero colpire il pianeta più frequentemente di quanto precedentemente calcolato, nel corso di quest’anno. “Anche se la frequenza con cui una meteora così grande colpisce l’Australia è di una ogni 17.000 anni, non si tratta di stime così immediate. I crateri di questo tipo si trovano solo nelle parti aride dell’Australia, mentre altrove, essi vengono distrutti da attività geologiche come la migrazione dei fiumi o i processi di orogenesi. Ci sono stati due grandi oggetti che hanno colpito l’atmosfera nel secolo scorso: quello di Tunguska nel 1908 e quello di Chelyabinsk nel 2013“.
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