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Perchè il plasma di un convalescente potrebbe aiutare a combattere il coronavirus

Un trattamento medico che è stato utilizzato più di 100 anni fa è stato ripreso per curare il coronavirus: il plasma del convalescente, una strategia che è stata utilizzata durante l’influenza spagnola e che consiste nell’utilizzare gli anticorpi e altre molecole del sistema immunitario della persona che è guarita. Lo scopo è ottenere una risposta più robusta al Covid-19 nel paziente malato.

Il plasma è il fluido che si ottiene dopo aver rimosso le cellule dal sangue. Finora è stato fatto sperimentalmente in Cina e in altri Paesi, dove l’epidemia ha travolto i servizi sanitari. Ma molti temono di farlo nel bel mezzo della crisi, perché sarebbe necessario scegliere molto bene quale plasma è il più conveniente e quando è meglio offrirlo e, soprattutto, come garantire che questo plasma sia privo di altri virus.

Per risolvere tutte queste domande, un team di medici sta lavorando al fine di studiare l’argomento rigorosamente. Questo esercizio terapeutico richiede una metodologia e un controllo di qualità molto ampi. La preoccupazione è rivolta a qualsiasi banca del sangue perché non tutti i plasma sono buoni, perché non tutti gli individui hanno la stessa risposta immunitaria. È necessario valutare la risposta immunitaria da parte del candidato e ciò avviene attraverso l’analisi degli anticorpi o del titolo anticorpale. Questo è l’unico modo per sapere se questo plasma è potenzialmente efficace.

 

Approfondimento sul tema

Il plasma convalescente viene prodotto in molti Paesi, compresi gli Stati Uniti e il Canada, ma finora non ci sono prove che funzioni, dal momento che non vi sono state ricerche controllate sull’argomento, ma è stato applicato come misura di ultima istanza. Sebbene la strategia di dare l’immunità passiva sia logica, è stata implementata in pazienti molto malati in cui sono già stati provati tutti gli altri farmaci convenzionali.

La proposta del gruppo di scienziati è originale perché afferma che la malattia inizia in modo virale e infettivo, ma in seguito diventa un problema immunitario. Il sistema di difesa del corpo “si scatena” e sovrasta la sua risposta causando più danni che benefici.

L’altro aspetto innovativo dello studio è che sarà il primo studio controllato, ovvero confronterà se, oltre alla terapia convenzionale, il plasma del convalescente serve più della sola terapia convenzionale.

Il gruppo di ricercatori non sta ancora reclutando pazienti. E’ in procinto di iniziare la prima fase che consiste nel somministrare il plasma a dieci pazienti senza nessun altro trattamento per testare la tollerabilità e l’eventuale efficacia e mettere a punto l’intera tecnica. Quando il plasma viene passato a un paziente, vengono trasferiti anticorpi, ma anche molecole note come citochine con attività antinfiammatoria, che insieme svolgono un’azione antivirale e modulante sul sistema immunitario.

L’altra parte importante dello studio è valutare da un punto di vista immunologico come questi pazienti si comportano contro il Covid-19 e contro l’applicazione del plasma. In questo modo, l’obiettivo principale è determinare quali sono le molecole che possono essere terapeutiche da iniettare e quindi essere più efficaci rispetto al solo plasma, perché “è possibile che non siano solo gli anticorpi, ma una molecola X che aiuta controllare il virus“, spiegano gli scienziati.

In immunologia esiste un concetto chiamato immunosenescenza, che significa invecchiamento del sistema immunitario. Questo non è necessariamente correlato con l’età, poiché molti giovani possono avere il sistema immunitario “invecchiato” ed essere inclini a malattie come le malattie autoimmuni, in cui il sistema immunitario attacca il corpo stesso.

Non è irragionevole pensare che quei pazienti che vengono sconfitti dal coronavirus lo siano perché non avevano modo di combattere cìil Covid-19“, affermano. Controllare se ci sono cambiamenti nel sistema immunitario nei pazienti che muoiono sono alcune ipotesi di ricerca che intendono testare nell’ambito dei loro obiettivi secondari.

Se potrà essere utilizzato, questo trattamento sarebbe molto buono, poiché la produzione di plasma non è molto costosa.

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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