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Plastica che si dissolve in mare: la nuova rivoluzione ecologica

La lotta contro l’inquinamento da plastica ha compiuto un passo avanti grazie a un team di ricercatori giapponesi che ha sviluppato un nuovo tipo di plastica capace di dissolversi completamente in acqua salata in meno di una notte. Questo materiale innovativo promette di ridurre drasticamente la diffusione di microplastiche negli oceani, una delle principali minacce per la fauna marina e la salute umana.

Come funziona questa plastica rivoluzionaria?

Il segreto di questa nuova plastica sta nei polimeri sopramolecolari, che presentano legami chimici reversibili. Questi legami si mantengono stabili durante l’uso quotidiano ma si sciolgono rapidamente quando il materiale entra in contatto con l’acqua salata. In meno di nove ore, la plastica si dissolve completamente, lasciando solo composti non tossici.

Composizione e vantaggi ambientali

Il materiale è composto da una combinazione di esametafosfato di sodio (un additivo alimentare) e monomeri a base di ioni guanidinio, utilizzati nei fertilizzanti. Questa struttura permette al materiale di essere resistente, flessibile e trasparente, rendendolo un valido sostituto della plastica tradizionale. Una volta dissolto, il materiale rilascia azoto e fosforo, nutrienti utili per il ciclo biologico marino.

Un futuro senza microplastiche?

Sebbene esistano già plastiche biodegradabili, molte di esse rilasciano comunque frammenti microscopici nell’ambiente. Questa nuova plastica, invece, si decompone completamente senza lasciare residui dannosi. Per evitare la dissoluzione prematura, i ricercatori hanno sviluppato un rivestimento idrofobico che protegge il materiale fino al momento dello smaltimento.

Prospettive per un mondo più pulito

Questa scoperta potrebbe rivoluzionare l’industria della plastica, soprattutto per i prodotti monouso. Tuttavia, gli scienziati sottolineano che la soluzione ottimale resta un sistema di riciclo controllato, per evitare un eccesso di nutrienti nell’ambiente marino. Se ben gestita, questa innovazione potrebbe rappresentare un grande passo avanti nella lotta all’inquinamento da plastica.

Foto di Sören Funk su Unsplash

Federica Vitale

Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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