Un fiore bianco che si distingue delicatamente sul nero brillante di un muro. La volta bianca di un grande criptoportico da esplorare. Il nome di una bambina disegnato su un muro, Mummia, apre la possibilità che la villa fosse della famiglia del Mummii, molto importante a Roma, mai attestata a Pompei.
Dopo oltre due mesi di lockdown a causa della pandemia da Covid-19, anche Pompei si appresta a riaprire ed a ospitare migliaia di turisti. Torna anche a rivelare incredibili sorprese. Quest’ultime sono rinvenute nel nuovo sito di scavi a nord della città romana, appena fuori dalle mura dell’antica colonia.
Qui vengono alla luce pareti e architetture dipinte che suggeriscono una somiglianza con la famosa Villa dei Misteri. Un complesso di età augustea con sale rappresentative accanto a quelle di servizio e lavoro.
Tutti elementi che fanno pensare a una grande, importantissima villa suburbana, così ricca da ospitare nelle sue scuderie anche cavalli di grande razza. Ci troviamo nella zona di Civita Giuliana. La scoperta è il risultato di un’operazione congiunta tra la Procura di Torre Annunziata con il procuratore Pierpaolo Filippelli, i carabinieri e il Parco.
Questo ha portato un anno fa alla scoperta di una serie di aree di servizio e una stalla con i resti di tre sauri e le loro preziose imbracature. Ciò ha poi permesso a investigatori e studiosi di localizzare il più grande tesoro proprio nel giardino della casa del tombarolo.
In quel prato, nascosto da una tettoia di legno, fu scavato un pozzo che scende fino al livello della villa. Qui i tombaroli avevano allestito il loro cantiere, scavando anche un impressionante tunnel lungo oltre 60 metri, che dalle stanze del criptoportico raggiunge le stalle.
Da un lato c’è la scoperta delle sale più maestose della villa, che si spera aggiungeranno nuovi preziosi pezzi alla storia della colonia romana e alla sua tragica fine, dall’altro l’evidente storia dell’attività clandestina che si è sempre svolta, danneggiando l’eredità di tutti.
La grande tenuta, le cui sale rappresentative saranno ora portate alla luce, era già stata parzialmente scavata, tra il 1907 e il 1908. Era composta da un settore residenziale, articolato attorno a un peristilio a pianta rettangolare, delimitato su due lati da un portico e nel terzo da un lungo criptoportico coperto da una terrazza che domina i campi.
Apparteneva forse a un magistrato militare, forse persino a un esponente del Mummii, poiché quel nome sembra essere riportato sui graffiti sul muro per mano di una bambina. La villa ha subito solo parzialmente danni dal terremoto che ha preceduto il climax dell’eruzione. E oggi potrebbe rivelare grandi sorprese proprio perché la grande quantità di materiale piroplastico che ha invaso le sue stanze in quella terribile notte di fine ottobre duemila anni fa, potrebbe aver contribuito alla sua conservazione.
Naturalmente, i nuovi scavi richiederanno tempo. Alla fine, tuttavia, la tenuta sarà aperta al pubblico con tutta la sua gamma di storie tra cui quella della piccola Mummia e il suo tragico destino.
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