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Previsioni del tempo su Marte: da ora possibili grazie a InSight

Grazie agli strumenti a bordo del lander InSight della NASA è ora possibile raccogliere dati meteorologici sulla superficie marziana. Ciò consente di effettuare delle previsioni del tempo che sono attualmente disponibili al pubblico.

La NASA ha cominciato a raccogliere i dati l’11 Febbraio tenendo conto delle informazioni sulla temperatura dell’aria, la velocità del vento e la pressione atmosferica.

 

I dati di InSight

In questo momento è in corso il periodo invernale marziano, il periodo in cui le tempeste sono più attive. Lo scorso 14 Febbraio la sonda ha rilevato un massimo di 4 gradi Fahrenheit (-16 gradi Celsius) e un minimo di -138 gradi Fahrenheit (-95 gradi Celsius), una velocità del vento superiore di 36,4 mph e un’aria media pressione di 721.7 pascal.

Don Banfield, astronomo della Cornell University, ha spiegato: “Dato che il lander è vicino all’equatore, non pensavo che avremmo visto alcuna prova delle tempeste che sono a 60 gradi di latitudine nord; ma stiamo già vedendo alcune prove delle onde nel segnale di alta e bassa pressione che caratterizzano il clima su Marte“.

 

La raccolta dei dati

La sonda è provvista di una serie di sensori sviluppati dal Jet Propulsion Laboratory della NASA, dalla Cornell University e dal Centro de Astrobiología in Spagna. Nel loro complesso sono soprannominati Auxiliary Payload Subsystem (APSS) e sono in grado di raccogliere diversi dati ogni secondo.

Le previsioni trasmesse alla Terra continueranno per i prossimi due anni in modo dda avere un quadro completo delle variazioni stagionali su Marte.

 

L’APSS

L’Auxiliary Payload Subsystem è costituito da un sensore di pressione dell’aria, una coppia di sensori di temperatura sul ponte (TWINS) e da un magnetometro. Questo sistema non solo è cruciale per la missione InSight ma è ottimo per la meteorologia planetaria.

Come Banfield ha dichiarato: “L’APSS ci aiuterà a filtrare il rumore ambientale nei dati sismici e a sapere quando stiamo assistendo a un terremoto e quando non lo siamo. Operando continuamente, avremo anche una vista più dettagliata del tempo rispetto alla maggior parte delle missioni di superficie, che di solito raccolgono dati solo in modo intermittente nel corso di un sol“.

 

Elena Camaione

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